L’inclusione scolastica è un tema complesso, ampiamente dibattuto ed esaminato da più punti di vista in quanto interdisciplinare, di grande attualità e tra le priorità da affrontare e definire in una scuola moderna, senza discriminazioni.
La scuola infatti deve permettere a tutti, indistintamente, di poter crescere e progredire nell’apprendimento attraverso un’azione sinergica tra l’Istituzione scolastica (Dirigente, corpo docente, ATA) e i genitori, in base al principio di corresponsabilità, ciascuno nel rispetto del proprio ruolo, ciascuno per le proprie competenze e funzioni.
Spesso si parla d’inclusione scolastica con riferimento a situazioni di disabilità più o meno grave, ovvero comunque di situazioni in cui si presentano disturbi nell’apprendimento; con meno frequenza si affronta il tema dell’inclusione di chi trova difficoltà nel proprio percorso scolastico perché, si consenta la definizione atecnica, “troppo intelligente” e quindi non ritenuto bisognevole di un supporto.
Con l'articolo "Anche chi è troppo intelligente può essere uno studente difficile", Marco Lucarelli, rassegnando delle riflessioni sui cd. gifted children, alunni (in senso neutro per genere) “plusdotati” che presentano un quoziente intellettivo di gran lunga superiore alla media che potrebbe causare serie difficoltà nel loro percorso scolastico, commenta una recente sentenza del giudice amministrativo veneto chiamato a decidere sulla bocciatura di uno di questi alunni.
L'articolo è pubblicato in Sinergie di Scuola n. 148 - Aprile 2025.