Sinergie di Scuola

Per annunciare la pubblicazione della nota sulle iscrizioni al prossimo anno scolastico, il Ministro Valditara ha scritto una lettera alle famiglie, per condividere alcune riflessioni utili ad accompagnare la scelta degli studi, da parte dei ragazzi, dopo la scuola secondaria di primo grado.

Alla lettera è allegata anche una nota statistica, relativa alle prospettive occupazionali dei diplomati, ovvero al rapporto tra percorsi formativi e occupabilità, e alle principali tendenze del mercato del lavoro.

Nella nota si legge che “a due anni dal diploma, dopo il liceo ha ottenuto un contratto di lavoro il 25% dei ragazzi, dopo l’istituto tecnico il 49%, dopo l’istituto professionale il 60%. In sintesi, sul totale dei diplomati, il 38% ha un contratto di lavoro appunto a due anni di distanza. Inoltre, si evidenzia che la maggior parte dei diplomati provenienti dal liceo continua con gli studi universitari”.

Una tavola, fornisce indicazioni su che cosa chiede in prospettiva il mondo del lavoro. Per esempio, nei prossimi anni, sarà forte la richiesta di dirigenti, professionisti con elevata specializzazione e tecnici. I settori professionali che, in generale, avranno maggiore sviluppo sono il commercio e il turismo, la finanza e la consulenza, la salute, la formazione e la cultura, le costruzioni e le infrastrutture.

Un’altra tavola riporta le stesse informazioni per il prossimo trimestre per ciascuna delle regioni italiane.

La nota riporta dati ripresi da Unioncamere, dall’Osservatorio DataLab di Assolavoro, dal Sistema Informativo Excelsior.

Insomma, uno snocciolamento di informazioni e percentuali su quelle che sono le esigenze del mondo del lavoro. Numeri – hanno commentato in proposito il segretario confederale della Cgil, Christian Ferrari e il segretario generale della Flc Cgil, Francesco Sinopoli, “peraltro utilizzati nell’unica chiave di inserimento nel mondo del lavoro. Stiamo però parlando di istruzione e non di formazione lavorativa: una differenza per nulla banale”.

I due dirigenti sindacali continuano: “C’è, infine, la sensazione - venendo invece al merito della comunicazione - che il messaggio sia quello di dissuadere le ragazze e i ragazzi dagli studi universitari il che, in uno dei Paesi europei con un basso tasso di laureati, non sembra esattamente quello di cui abbiamo bisogno, anche come tessuto produttivo”.

Tutto questo, mentre sta circolando la notizia riguardante ragazzi impegnati in attività di PCTO presso aziende che fabbricano armi e munizioni.

Davvero vogliamo una Scuola al servizio del mondo del lavoro e votata alla logica del profitto? Davvero pensiamo che il nostro Paese possa affrontare e vincere due sfide cruciali come la transizione digitale e la conversione ecologica, puntando su una bassa istruzione e non su ricerca, innovazione e alta specializzazione?

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