Sinergie di Scuola

Il licenziamento per superamento del periodo di comporto non equivale al licenziamento disciplinare, ma è assimilabile invece al licenziamento per giustificato motivo oggettivo.

A ribadirlo è la Corte di Cassazione che con la sentenza n. 23920 del 25 novembre 2010 ha stabilito che per il datore di lavoro non sussiste l’obbligo di indicare i singoli giorni di assenza del lavoratore, “potendosi ritenere sufficienti indicazioni più complessive, idonee a evidenziare il superamento del periodo di comporto”.

Non trattandosi di licenziamento assimilabile a quello disciplinare, non è neanche del tutto corretto parlare di “contestazione” delle assenze, per cui non è ritenuta necessaria la descrizione completa delle circostanze che hanno portato al licenziamento.

Quello che conta è quindi la corretta individuazione della causa, che nel caso di assenze per malattia è evidentemente nota al lavoratore stesso.

Leggi altri contenuti su:

© 2024 HomoFaber Edizioni Srl - Tutti i diritti riservati. Sono vietate la copia e la riproduzione senza autorizzazione scritta. Sono ammesse brevi citazioni ed estratti indicando espressamente la fonte (Sinergie di Scuola) e il link alla home page del sito.