Con il termine dispersione scolastica si fa riferimento al fenomeno di abbandono precoce da parte degli studenti in età scolare (dispersione esplicita) e alle situazioni di fragilità nel processo di apprendimento caratterizzate da ripetenze, interruzioni nella frequenza, sospensioni del giudizio, cambiamenti del percorso scolastico e difficoltà a trovare un inserimento nel mondo del lavoro (dispersione implicita).
Si tratta di un fenomeno complesso che può trovare le sue cause nelle situazioni di esclusione sociale, devianza, povertà, nei disagi personali e/o familiari, nelle difficoltà nell’apprendimento, nei disturbi d’ansia, nelle motivazioni individuali che possono spingere all’abbandono precoce degli studi negli alunni che imparano in modo irregolare, e interessa soprattutto gli alunni stranieri di prima generazione. La dispersione è strettamente collegata alla condizione di NEET che riguarda la popolazione compresa tra i 15 e i 34 anni che non lavora, non studia e non è in formazione.
Ma cosa può fare la scuola per trovare strumenti di prevenzione fin dalla primissima infanzia?
Ne parla Michela Bugliani nel n. 144 - Dicembre 2024 di Sinergie di Scuola, proponendo alcuni suggerimenti su possibili azioni che le istituzioni scolastiche possono mettere in campo per contrastare la dispersione scolastica.