Rubrica “Questione di privacy” a cura della Redazione
La raccolta dei dati da parte delle scuole e l’informativa alle famiglie.
I suggerimenti del Garante per tutelare la privacy nell’uso di app per smartphone e tablet.
Limiti alla trasparenza, anche sul web, a tutela della privacy.
Caratteristiche e funzioni della figura definita dal nuovo “pacchetto protezione dati”, in vigore dal 2018.
Il Garante Privacy ha espresso parere favorevole sul Regolamento MIUR riguardante il trattamento dei dati degli alunni disabili.
Per il Garante, le comunicazioni di tipo elettronico o telematico godono di garanzie di segretezza, tutelate anche a livello costituzionale.
Il datore di lavoro pubblico deve porre particolare attenzione nel momento in cui utilizza e diffonde i dati dei propri dipendenti.
Nel 2014 sono state numerose le segnalazioni al Garante riguardo al trattamento dei dati personali.
L’utilizzo di apparecchi per la registrazione è in genere consentito, ma esclusivamente per fini personali e sempre nel rispetto dei diritti e delle libertà fondamentali delle persone coinvolte.
Il Garante considera – a norma di legge – illecita la pubblicazione persistente di dati personali.
Il Garante per la privacy chiede chiarimenti al Miur sulla raccolta di dati personali riferiti ai genitori degli alunni.
I certificati rilasciati dalle strutture sanitarie non devono recare informazioni sul reparto o sulla specializzazione del medico che ha eseguito la visita.
I sindacati si rivolgono all’Aran affinché chiarisca senza dubbi interpretativi come va resa l’informazione successiva alla RSU.
Per il Garante è vietato diffondere informazioni personali idonee a rivelare lo stato di salute del lavoratore.
Alle organizzazioni vanno comunicati solo gli importi totali, al massimo suddivisi “per fasce” o “qualifiche”.
Prime indicazioni dell’Istituto di valutazione per la corretta gestione delle informazioni nel rispetto della normativa in materia di protezione dei dati personali.
La guida del Garante Privacy per ragazzi, insegnanti e famiglie per utilizzare al meglio le opportunità offerte dal mondo digitale difendendosi dalla trappole della Rete.
In sintesi gli interventi del 2013 in ambito scolastico.
Il Garante ha emanato le nuove linee guida.
È reato di diffamazione offendere il collega su Facebook, anche senza fare il suo nome.