Nell’editoriale di aprile ricordavo che il bullismo nella scuola italiana è un fenomeno diffuso con gravi conseguenze psicologiche, sociali ed educative. Osservavo che è fondamentale un impegno congiunto di scuola, famiglia e istituzioni per prevenirlo e affrontarlo in modo efficace. Vediamo cosa si può fare.
La scuola è il primo luogo in cui si manifesta il bullismo, ma è anche uno spazio privilegiato per intervenire con azioni di prevenzione e sensibilizzazione come:
- programmi educativi: organizzare corsi e attività su empatia, rispetto e gestione dei conflitti;
- giornate tematiche: promuovere eventi come la Giornata Nazionale contro il Bullismo (7 febbraio);
- formazione del personale: i docenti devono essere formati per riconoscere i segnali di bullismo.
Fondamentale è anche l’intervento tempestivo, attraverso l’osservazione attiva (monitorare i comportamenti tra gli studenti per individuare situazioni a rischio), sportelli di ascolto (creare spazi di consulenza psicologica dove studenti e famiglie possano ricevere supporto) e procedure chiare (definire protocolli per la segnalazione e la gestione immediata dei casi di bullismo).
In questo contesto altrettanto importante è il coinvolgimento degli studenti:
- peer education: formare studenti tutor che possano supportare i coetanei vittime di bullismo;
- patto educativo: coinvolgere studenti e famiglie nella sottoscrizione di un impegno contro il bullismo.
Il ruolo della famiglia non è certamente secondario: i genitori hanno un’influenza significativa nell’aiutare i figli a gestire e affrontare il bullismo.
Le azioni principali prevedono ascolto, dialogo e collaborazione con la scuola:
- comunicazione aperta: creare un clima di fiducia per permettere ai figli di esprimere eventuali disagi;
- osservazione dei segnali: prestare attenzione a cambiamenti di comportamento (isolamento, calo del rendimento, ansia);
- segnalare tempestivamente: informare gli insegnanti o il Dirigente scolastico se si sospetta un caso di bullismo;
- partecipazione attiva: prendere parte a incontri formativi e collaborare con le Istituzioni scolastiche.
E, aspetto sempre più trascurato, educazione al rispetto:
- insegnare l’empatia: aiutare i figli a comprendere l’importanza di rispettare gli altri;
- monitorare l’uso di internet: controllare l’attività on-line dei figli per prevenire o individuare episodi di cyberbullismo.
Le istituzioni pubbliche, attraverso leggi e iniziative, forniscono il quadro normativo e le risorse per contrastare il bullismo. In particolare, la Legge 71/2017 prevede misure contro il bullismo e il cyberbullismo, che possono consistere in:
- protocolli d’intesa: collaborazione tra Ministero, autorità giudiziarie e associazioni per prevenire il bullismo e informare sulle conseguenze giudiziali derivanti da atti di bullismo;
- progetti nazionali: iniziative come Generazioni Connesse e Safer Internet Centre per promuovere l’uso responsabile del web;
- campagne di sensibilizzazione: diffusione di messaggi educativi sui media per contrastare stereotipi e violenza.
Concludo l’editoriale dell’ultimo numero dell’anno scolastico 2024/2025 augurando buone vacanze a tutti i nostri lettori e un arrivederci a Settembre!