Sinergie di Scuola

La Legge 107/2015 ai commi 65 e 66 prevede che a partire dall’anno scolastico 2016/2017 l’organico dell’autonomia venga ripartito tra gli ambiti territoriali con decreto del Dirigente dell’Ufficio Scolastico Regionale e comprenda «l’organico di diritto e i posti per il potenziamento, l’organizzazione, la progettazione e il coordinamento per progetti e convenzioni di particolare rilevanza didattica e culturale espresso da reti di scuole o per progetti di valore nazionale, senza ulteriori oneri».

Nell’esercizio delle sue funzioni, il Dirigente deve individuare le necessità e i compiti della struttura cui è preposto, assegnare alle persone dei compiti coerenti con il loro profilo professionale e con le disposizioni contrattuali e considerare con intelligenza emotiva i compiti delle persone, per garantire il buon andamento dell’Istituzione scolastica di riferimento.

Lo staff del Dirigente scolastico

Il comma 83 della Legge 107/2015 consente al Dirigente di individuare nel collegio il 10% dei docenti che lo coadiuva in attività di supporto organizzativo e didattico dell’Istituzione scolastica; la norma fa riferimento alla costituzione dello staff di supporto alle azioni della dirigenza, un elemento interessante recepito dall’atto di indirizzo dell’ex Ministro della Pubblica Istruzione Azzolina che preclude alla costituzione del middle managment nella scuola.

L’organizzazione dello staff parte dall’atto di indirizzo al collegio con il quale è possibile individuare delle figure ad hoc, cui affidare incarichi che fanno riferimento agli obiettivi istituzionali generali e quelli specifici dell’istituzione scolastica cui è connessa anche la vision del Dirigente scolastico.

La declaratoria dei compiti farà dunque riferimento alle scelte relative all’autonomia organizzativa (D.P.R. 275/1999) e quindi deve essere riconducibile alle scelte definite dal Collegio nel Piano Triennale dell’Offerta Formativa.

Il sistema delle deleghe, muovendo anche dai bisogni, aspirazioni e professionalità degli individui, consente al Dirigente di esercitare una leadership diffusa e di favorire l’empowerment all’interno della Istituzione scolastica generando motivazione e condivisione delle scelte operate.

Assegnazione dei docenti ai plessi e alle classi

L’assegnazione del personale alle classi – regolata in passato da norme di diritto pubblico (D.Lgs. 297/1994) – rappresenta, in seguito al D.Lgs. 150/2009 (che riconduce alla competenza datoriale le materie relative all’organizzazione del lavoro), un atto di gestione del Dirigente scolastico; egli, in base ai criteri di assegnazione, adotta provvedimenti riconducibili alla sua discrezionalità ma anche ai risultati del suo servizio. Nell’art. 25 del D.Lgs. 165/2001, nell’ambito delle funzioni attribuite alle Istituzioni scolastiche, spetta al Dirigente l’adozione dei provvedimenti di gestione delle risorse e del personale.

Il criterio in genere adottato per l’assegnazione ai plessi e alle classi è quello della continuità didattica: il Dirigente, dopo aver operato anche una ricognizione dei bisogni e delle richieste, rispondendo al principio della “valorizzazione delle risorse umane e professionali”, procederà all’assegnazione tenendo conto anche delle opportunità di flessibilità offerte dalla normativa. Il comma 79 della Legge 107/2015 consente, ad esempio, l’utilizzo del personale docente anche in classi di concorso diverse da quelle di appartenenza purché ci sia coerenza rispetto alla competenza professionale richiesta e, nel caso, non ci sia disponibilità nell’ambito.

Criteri generali

Le determinazioni del Dirigente vengono assunte sulla base dei criteri generali definiti nel Collegio dei docenti che può formulare delle proposte in materia e del Consiglio di Istituto, al quale attiene la competenza a dare i criteri generali, dai quali però il Dirigente, con opportuna ed esplicita motivazione, è legittimato a discostarsi.

L’assegnazione effettuata dal Dirigente per il personale già in servizio nel plesso specifico considererà ad esempio come prioritario il criterio della continuità didattica a beneficio delle condizioni di apprendimento degli alunni, salvo in casi particolari che impediscano oggettivamente l’applicazione di tale principio; casi che verranno opportunamente valutati dal Dirigente sulla base di incompatibilità ambientali (ad esempio documentate da esposti inviati dal personale della scuola e/o dai genitori). Sotto il profilo pedagogico e didattico è da tener presente che anche la discontinuità può rappresentare un elemento di crescita dell’alunno, per questo è bene chiarire che essa debba intendersi come diritto da esercitarsi nell’interesse dell’alunno e non come esclusiva prerogativa del docente.

Alle classi deve essere garantita pari opportunità di fruire di personale stabile, in particolare nelle classi dove sono presenti alunni diversamente abili; a tal proposito tornerà utile distribuire in modo equo fra le classi il personale a tempo determinato. Anche la garanzia dell’insegnamento della lingua inglese nella scuola primaria rappresenta un vincolo importante, in particolare la differenza tra docenti di lingua inglese specialisti (docenti che insegnano solo la lingua inglese) e specializzati, impone di garantire una distribuzione equilibrata degli stessi docenti specialisti.

Per quanto possibile si tenterà di valorizzare le professionalità e le competenze specifiche, nonché i titoli professionali posseduti dai docenti, anche al fine di realizzare progetti innovativi e/o sperimentali approvati dal collegio dei docenti.

L’anzianità di servizio desunta dalla graduatoria interna d’istituto non deve costituire un vincolo assoluto o determinante per il Dirigente scolastico; sarà opportuno e utile assegnare alle classi i docenti che prendono servizio per la prima volta dopo le sistemazioni dei docenti appartenenti all’Istituto, anche per consentire di individuare delle figure di riferimento importanti per gli alunni.

Se il docente vuole cambiare plesso o classe

Qualora un docente fosse interessato a cambiare classe o plesso, è bene che tale domanda motivata venga posta al Dirigente entro il 1° luglio dell’anno scolastico precedente, per poter considerare i desiderata secondo un’ottica di sistema e alla luce delle risorse definite dall’organico di diritto e di fatto.

In presenza di gravi e comprovati motivi connessi alle esigenze di servizio, il Dirigente deve poter disporre la mobilità dei docenti fra plessi diversi in deroga ai criteri, con le opportune precauzioni se i plessi sono situati in comuni diversi, in ottemperanza all’art. 3, comma 5 del CCNL 2019-2021 sulla mobilità, secondo cui «ferme restando le prerogative dei Dirigenti scolastici e degli organi collegiali relative all’assegnazione dei docenti alle classi e alle attività, i posti di un’autonomia scolastica situati in sedi ubicate in comuni diversi rispetto a quello sede di organico sono assegnati, nel limite delle disponibilità destinate ai movimenti, salvaguardando la continuità didattica e il criterio di maggiore punteggio nella graduatoria di istituto, secondo le modalità e i criteri definiti dalla contrattazione di istituto. La contrattazione dovrà concludersi in tempi utili per il regolare avvio dell’anno scolastico di riferimento [...]».

Informativa ai sindacati

È opportuno ricordare che ai sensi dell’art. 22, comma 8, lett. b2 del CCNL del Comparto Istruzione e Ricerca 2016-2018 (criteri riguardanti le assegnazioni alle sedi di servizio all’interno dell’istituzione scolastica del personale docente, educativo e ATA), prima di comunicare l’assegnazione della classe ai docenti, sia data l’informativa alla parte sindacale.

Conoscere l’Istituto

Il Dirigente di nuova nomina, in particolare, per adottare i relativi provvedimenti gestionali necessita di una conoscenza dell’Istituto nelle sue caratteristiche territoriali e logistiche e delle risorse umane coinvolte nella gestione del processo di insegnamento-apprendimento per poter procedere all’assegnazione e assicurare il buon andamento dell’attività didattica.

In ogni caso, il confronto con le figure di staff, i collaboratori del Dirigente o, se presenti, i coordinatori di plesso, rappresenta un valido strumento di conoscenza delle realtà delle classi, delle aspirazioni dei docenti e delle peculiarità professionali utili al miglioramento dell’organizzazione, della gestione in generale e in buona sostanza dei processi di insegnamento apprendimento.

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