Sinergie di Scuola

Tutte Istituzioni scolastiche, fino alla data di inizio delle iscrizioni per l’a.s. 2023/2024, saranno impegnate al lavoro sui cosiddetti “documenti strategici” per il triennio 2022-2025.

Prima di analizzare gli adempimenti previsti è necessario rilevare che questi documenti, per assumere un significato non formale ma realmente formativo nell’ambito dell’Istituzione scolastica, dovrebbero diventare strumenti di cui viene riconosciuta l’utilità (analogamente a come dovrebbero essere percepite, dagli studenti, le conoscenze e abilità acquisite).

Questo atteggiamento si riscontra in realtà scolastiche come ad esempio il Liceo “Ettore Majorana” di Roma, in cui già nel 2013 il Collegio docenti ha adottato un Sistema di Gestione per la Qualità (prima ancora, quindi, che venisse dato avvio al Sistema Nazionale di Valutazione con la presentazione – il 27 novembre 2014 – del format elaborato dal Gruppo Start Up del M.I.).

Sul sito dell’Istituto in questione, nella pagina denominata “Autovalutazione d’Istituto”, si legge che il percorso a quel tempo intrapreso si è ispirato al «modello di Deming che organizza la gestione per la qualità in un’ottica ciclica in cui ogni esigenza di servizio dà luogo a un ciclo di pianificazione, elaborazione, verifica e correzione del processo utile a soddisfarla. La filosofia di Deming» continua l’Istituto «ben si adatta all’idea di base che il servizio è erogato ad un contesto vitale e quindi in continua trasformazione. Per questo il punto di partenza per la pianificazione annuale è il monitoraggio del contesto presente. Ogni anno il Sistema prevede l’elaborazione di un documento, la Politica per la Qualità d’Istituto, in cui vengono fissati gli obiettivi annuali per il miglioramento».

Sono i medesimi principi che stanno a fondamento del procedimento, formalmente descritto nell’art. 6, comma 1 del D.P.R. 80 del 28/03/2013, che il Sistema Nazionale di Valutazione ha introdotto nelle scuole.

Valutazione e autovalutazione

Tale procedimento, tuttavia, non è stato finora condotto con la stessa consapevolezza da tutte le comunità scolastiche: in una certa percentuale delle stesse, ancora oggi, l’importanza della valutazione viene percepita quasi esclusivamente in relazione alla misurazione dei risultati di apprendimento degli studenti, effettuata dai docenti nell’esercizio dell’autonomia professionale.

In questi contesti non sempre viene considerato il valore dell’intera offerta formativa dell’Istituto, della personalizzazione dei percorsi di insegnamento/apprendimento, degli aspetti formativi della valutazione stessa per i discenti nella prospettiva di un progressivo raggiungimento delle competenze trasversali e disciplinari previste al termine di ogni segmento d’istruzione.

Il Decreto-Legge 62 del 13/04/2017 ha invece ribadito la molteplicità delle funzioni del concetto di valutazione, tra le quali – oltre a quelle sopra descritte – è basilare quella di controllo del corretto funzionamento dell’Istituzione scolastica e di stimolo al miglioramento dell’offerta formativa.

È questo il senso del percorso strutturato nell’ambito del Sistema Nazionale di Valutazione, il cui fine ultimo – il miglioramento – si può ottenere solo attraverso il coinvolgimento attivo e consapevole di tutti i soggetti che operano all’interno della scuola (docenti, DSGA, personale amministrativo e ausiliario, Dirigente scolastico), non trascurando anche l’apporto da parte di coloro che di tale operato sono fruitori.

È poi necessario che l’elaborazione documentale (di cui il responsabile ultimo è sempre il Dirigente scolastico) venga strutturata non come un lavoro “di squadra” ma come un lavoro “di squadre” coordinate tra loro.

Senza nulla togliere al ruolo fondamentale che il Nucleo interno di Valutazione assume in ordine ai processi di autovalutazione dell’Istituzione scolastica (tra i quali la compilazione del RAV), non è infatti opportuno prevedere che un solo gruppo elabori tutti i documenti, anche per le diverse funzioni che gli stessi assumono: rendicontare (rendicontazione sociale), valutare i punti di forza e di debolezza dell’Istituzione scolastica (RAV) e, di conseguenza, progettare (PTOF, che comprende il Piano di Miglioramento, documento che può essere a sua volta elaborato da uno specifico sottogruppo).

È appena il caso di sottolineare il ruolo di coordinamento organizzativo che deve essere assunto dal Dirigente scolastico in collaborazione con altri soggetti con incarichi specifici (es. funzioni strumentali).

Ciò premesso, non si può non riconoscere che le scuole sono comunque chiamate a svolgere un notevole sforzo sul piano gestionale che, se compiuto mantenendo distanti e separati i significati della valutazione, può essere vissuto dagli operatori scolastici (e, in primo luogo, dal Dirigente) come un appesantimento sul piano organizzativo – del quale è difficile cogliere i benefici tangibili – posto in atto in ottemperanza ad aspetti normativi che possono essere considerati come “fini a se stessi”.

SIDI e Scuola in Chiaro

Lo stesso utilizzo delle piattaforme messe a disposizione nel SIDI – che, come altri portali in uso negli ultimi anni, determinano il dovere di attenersi a precisi schemi e indicatori – può essere considerato una sorta di forzatura, contraria all’autonomia scolastica.

Il format on-line, oltre ad offrire un supporto alle Istituzioni scolastiche, è stato concepito con lo scopo di rendere comparabili i diversi percorsi elaborati dalle scuole e di metterli a disposizione dei potenziali utenti attraverso l’applicazione Scuola in Chiaro.

Peraltro, questo strumento messo a disposizione delle famiglie può generare competitività tra Istituti, incidendo in maniera non sempre costruttiva sull’effettiva qualità (e conseguente miglioramento progressivo) del servizio erogato.

La piattaforma utilizzata consente, inoltre, di raccogliere informazioni per la valutazione di sistema: quella, cioè, tesa ad attestare la “capacità” del sistema nazionale di istruzione attraverso l’autovalutazione delle Istituzioni scolastiche.

È noto che il Sistema Nazionale di Valutazione si è avvalso, per la creazione della struttura atta alla compilazione digitale del RAV, di parametri nazionali di confronto (benchmark) elaborati dall’INVALSI utilizzando i dati ricavati dalla compilazione del Questionario inviato alle scuole.

Si tratta di una finalità in linea con quella delle prove nazionali (sempre gestite dall’INVALSI), che costituiscono l’unica forma di valutazione standardizzata dei risultati scolastici degli alunni realizzata a livello nazionale.

La rilevazione degli apprendimenti in questione ha, infatti, lo scopo di comparare e uniformare la qualità dell’apprendimento scolastico italiano con quello europeo sulla base dei benchmark, senza i quali non è possibile alcuna misurazione oggettiva.

A questo punto va precisato che, anche se i processi di autovalutazione della scuola non sono messi in moto unicamente a partire dai risultati delle prove INVALSI, il rilevamento dei dati a livello nazionale serve a fornire un importante contributo al processo di autovalutazione dell’azione didattica normativamente richiesto a tutte le scuole “autonome”. È evidente che un’analoga importanza va riservata alla valutazione degli apprendimenti degli studenti espressa dai docenti in base a protocolli collegialmente creati e condivisi.

La rendicontazione sociale

Non a caso, se prendiamo come riferimento il documento di rendicontazione sociale, nel settore dedicato ai risultati legati all’autovalutazione e al miglioramento vengono distinti tra loro, i risultati scolastici (esiti degli scrutini, numero di ammessi alla classe successiva, percentuale di alunni con votazione 6 ecc.) e i risultati nelle prove standardizzate nazionali.

Abbiamo citato la rendicontazione sociale (in questo momento relativa al triennio appena concluso, cioè dall’anno scolastico 2019/2020 all’anno scolastico 2021/2022) perché la stessa costituisce il punto di partenza indicato dalla recente C.M. 23940 del 19/09/ 2022 per il lavoro di revisione/aggiornamento dei sopra citati documenti strategici.

La gestione del processo di rendicontazione (la cui prossima pubblicazione e diffusione deve avvenire entro il 31 dicembre 2022), è affidata al Dirigente scolastico che, come già accennato, in qualità di rappresentante legale e garante della gestione unitaria della scuola rimane il diretto responsabile dei contenuti.

Il documento in questione (che descrive quantitativamente e qualitativamente la performance della scuola) costituisce, pertanto, una “assunzione di responsabilità” da parte dell’Istituzione scolastica (dotata di autonomia) in ordine ai risultati ottenuti.

In proposito ribadiamo l’importanza della correttezza e della precisione dei dati inseriti: in quest’ottica il già citato D.P.R. 80/2013, all’art. 6, comma 2, lett. d afferma che la scuola «pubblica e diffonde i risultati raggiunti» sulla base di «indicatori e dati comparabili».

Al fine di semplificare e facilitare questo compito, la piattaforma della rendicontazione sociale è stata costruita in maniera da restituire con immediatezza il trend del percorso di miglioramento realizzato dalla scuola nel corso degli anni.

Comunque, per garantire l’autonomia e la responsabilità all’estensore della rendicontazione, solo i dati che lo stesso seleziona sono resi disponibili nella versione della rendicontazione sociale pubblicata su Scuola in Chiaro.

Dalle considerazioni sin qui condotte si deduce che la rendicontazione è un atto che riguarda, in senso generale ma sostanziale, il ruolo della scuola nella realizzazione di un “valore pubblico” a fronte delle attuali esigenze culturali, economiche e sociali nel nostro Paese.

Tale azione è in linea con il principio di «ottimizzazione della produttività del lavoro pubblico e di efficienza e trasparenza delle pubbliche amministrazioni» definito dal D.Lgs. 150 del 27/10/2009, attuativo della Legge 154/2009.

Siamo nel campo dell’accountability, termine che richiama l’ottemperanza al dovere – per una Pubblica amministrazione – di rispondere del proprio operato anche in termini di:

  • trasparenza, concepita come «accessibilità totale dei dati e documenti detenuti dalle pubbliche amministrazioni, allo scopo di tutelare i diritti dei cittadini, promuovere la partecipazione degli interessati all’attività amministrativa e favorire forme diffuse di controllo sul perseguimento delle funzioni istituzionali e sull’utilizzo delle risorse pubbliche» (D.Lgs. 33 del 14/03/2013, come modificato dal D.Lgs. 97 del 25/05/2016);
  • conformità alle norme (compliance), che è garanzia di correttezza delle procedure amministrative e si collega alla progressiva introduzione nell’organizzazione scolastica di norme finalizzate alla gestione dei comportamenti (si vedano, ad esempio, la sicurezza sul lavoro, la gestione della privacy, la gestione dei protocolli durante l’emergenza sanitaria legata al Covid).

Ovviamente, nella rendicontazione si tratta soprattutto di verificare l’efficacia dell’Istituzione scolastica nella gestione di processi atti a conseguire i propri obiettivi programmatici, aggiungendo valore attraverso un’effettiva risposta ai bisogni rilevati.

La rendicontazione sociale deve, quindi, valorizzare non solo il rapporto tra la scuola e le altre organizzazioni presenti sul territorio ma, in primis, quello con i destinatari dei servizi: i cosiddetti stakeholders. Usiamo quest’ultimo termine poiché esso riassume in una sola parola il concetto di “portatori di interessi”, che venne applicato per la prima volta negli Stati Uniti nel 1963 ed entrò a far parte del pensiero economico in Italia a partire dal 1987.

Ne “La Rendicontazione Sociale – Nota metodologica e guida operativa” del Sistema Nazionale di Valutazione si legge: «Nel processo di rendicontazione è opportuno che il Dirigente e il Nucleo interno di valutazione si adoperino per favorire e sostenere il coinvolgimento diretto di tutta la comunità scolastica, incoraggiando la riflessione interna e promuovendo momenti di incontro e di condivisione delle finalità e delle modalità operative dell’intero processo».

L’obiettivo principale da perseguire è la diffusione della rendicontazione nella comunità di appartenenza, costituita dai soggetti interni (docenti, ATA, alunni) e dall’utenza esterna, che comprende sia l’Amministrazione centrale e le altre agenzie educative, sia le famiglie degli alunni. Va ricordato che queste ultime non hanno necessariamente competenze o conoscenze specifiche in campo scolastico e, quindi, nella redazione del documento è necessario utilizzare un linguaggio chiaro, semplice e privo di tecnicismi. È inoltre importante prevedere un funzionale piano di comunicazione per garantirne la diffusione.

La rendicontazione sociale del 2019

L’unica esperienza pregressa di stesura della rendicontazione sociale è quella condotta nel 2019, che ha rappresentato per la prima volta la fase conclusiva del processo descritto nel D.P.R. 80/2013.

Per coloro che fossero interessati, nel Portale del Sistema Nazionale di Valutazione è stato pubblicato il “Rapporto nazionale sulla rendicontazione sociale”, redatto a seguito di un’analisi delle rendicontazioni pubblicate dalle scuole sul portale Scuola in Chiaro entro dicembre 2019.

In quella prima occasione alle Istituzioni scolastiche era stata concessa una certa discrezionalità in merito alla compilazione del documento, che prevedeva:

  • una base comune, semplice ed essenziale, collegabile ai traguardi definiti nel RAV;
  • una parte alternativa o integrativa, opportuna e consigliabile, collegabile all’offerta formativa;
  • un approfondimento possibile attraverso strumenti come il Bilancio sociale, il cui utilizzo è stato introdotto con Direttiva del Ministro della Funzione Pubblica del 17/02/2006.

E dopo?

In questi ultimi anni, le Istituzioni scolastiche hanno avuto l’opportunità (non l’obbligo) di utilizzare la sezione 5 della struttura di riferimento del PTOF all’interno del SIDI (messa a disposizione a partire dal 17 ottobre 2018), nella sezione dal titolo “Il monitoraggio, la verifica e la rendicontazione”.

Coloro che hanno usufruito di tale possibilità hanno avuto il vantaggio di trovare i contenuti relativi alle attività svolte e ai risultati raggiunti già inseriti in piattaforma, con una evidente facilitazione nella compilazione della rendicontazione dell’intera triennalità.

In ogni caso, in questo periodo le scuole sono tenute a redigere la nuova rendicontazione sociale che contiene i risultati raggiunti nel campo degli apprendimenti degli alunni, delle prove standardizzate nazionali e della progettualità della scuola.

La prima parte del documento prevede una disamina del contesto e delle risorse a disposizione delle scuole, tenendo conto delle opportunità e dei vincoli.

È infatti evidente che i risultati legati all’autovalutazione e al miglioramento sono condizionati dalla situazione in cui la scuola opera, di cui vengono presi in considerazione quattro ambiti:

  • popolazione scolastica (livello socio-economico e culturale delle famiglie, percentuale di alunni BES, non italofoni ecc.);
  • territorio e capitale sociale (contesto territoriale di appartenenza della scuola, presenza di centri di promozione socio-culturale ecc.);
  • risorse economiche e materiali (funzionalità e accoglienza degli edifici, capienza delle aule, distanza tra i plessi, disponibilità di mezzi pubblici, dotazioni di materiali e di tecnologie ecc.);
  • risorse professionali (numero dei docenti con contratto a tempo indeterminato, continuità di servizio degli stessi, competenze specifiche ecc.).

L’analisi sopra descritta consente di determinare, in primo luogo, la reale efficacia della didattica attraverso il cambiamento del livello di competenze degli allievi.

Viene, in tal modo condivisa l’osservazione formulata sul sito Invalsi open dove, parlando di risultati ottenuti dagli studenti nelle Prove Nazionali e di “effetto scuola” si afferma che «i risultati degli studenti possono [...] essere influenzati da fattori che non dipendono affatto dalla scuola, o che non dipendono interamente da questa: la preparazione precedente degli allievi, il contesto familiare di provenienza, il contesto sociale, culturale ed economico più allargato e altri fattori che possono interferire con la vita di una persona».

A questo punto va evidenziato il fatto che la misurazione (per la successiva descrizione) dei risultati ottenuti con i mezzi e le risorse a disposizione può essere relativamente semplice se riferita agli esiti degli alunni, mentre può apparire complessa e difficile da applicare ad altri aspetti organizzativi come, nella fattispecie, la progettualità scolastica.

Tuttavia, la rendicontazione impone di dimostrare oggettivamente anche i risultati legati alla suddetta progettualità, realizzata attraverso specifiche attività collegate al raggiungimento di obiettivi formativi prioritari. In questo ambito, possono costituire elementi oggettivi i riconoscimenti ottenuti dagli alunni nei diversi campi (artistico, sportivo ecc.), ovvero i risultati conseguiti nella certificazione delle competenze (ad esempio nell’area competenze sociali e civiche a seguito di progetti di educazione alla legalità).

Il nuovo RAV

La parte finale della rendicontazione riguarda le prospettive di sviluppo, espresse in forma discorsiva, che costituiscono l’aggancio al nuovo Rapporto di autovalutazione (RAV) per il triennio 2022-2025.

L’attività di rendicontazione è, infatti, strettamente funzionale al nuovo percorso di autovalutazione e miglioramento, in quanto la stessa – oltre ad assolvere al compito di rendere conto dei processi attivati e dei risultati raggiunti – è finalizzata a formulare ipotesi di lavoro in termini di Priorità per il triennio successivo.

Come già avvenuto in precedenza, il Dirigente scolastico compilerà il RAV congiuntamente al Nucleo Interno di Valutazione. I membri di tale gruppo di lavoro possono operare in maniera paritetica nella compilazione, tuttavia solo il Dirigente scolastico ha la facoltà di validare e completare le singole sezioni e di pubblicare il RAV.

Anche per la definizione del Rapporto di autovalutazione tutte le scuole utilizzano lo specifico format on-line, la cui struttura è stata sostanzialmente confermata per il prossimo triennio.

Va comunque sottolineata la possibilità di integrazione del modello nazionale da parte delle scuole, nel caso si avverta la necessità di rappresentare in modo più preciso la realtà specifica di ogni Istituzione scolastica, evitando il rischio di riduzioni o eccessive semplificazioni.

Come s’è già precisato in merito alla rendicontazione sociale, per le Istituzioni scolastiche che utilizzano la piattaforma PTOF nel SIDI è possibile l’interazione con la piattaforma RAV che consente l’importazione di alcune informazioni in considerazione della ripetizione di dati (relativi al contesto, alle risorse, agli esiti in termini di risultati raggiunti da parte degli alunni).

Questa opportunità, oltre ad apportare un significativo alleggerimento del lavoro delle scuole, consente di lavorare contemporaneamente ai documenti (anche da parte di due diversi gruppi di lavoro) favorendo un’effettiva interazione tra gli stessi.

I vantaggi che derivano dall’utilizzo (facoltativo) della piattaforma PTOF in ambiente SIDI vanno messi in relazione con le considerazioni espresse in premessa circa le possibili opinioni dei Dirigenti scolastici e dei Nuclei di Valutazione in merito all’utilizzo dei format on-line.

In effetti, la libertà concessa alle scuole di scegliere in merito all’adozione o meno di tale strumento per la compilazione del PTOF ha avuto come risposta un’adesione altissima di utilizzo della piattaforma proposta. Evidentemente, i Dirigenti scolastici – superata la preoccupazione di tutela dell’autonomia – sono riusciti a cogliere i vantaggi derivanti dall’aderenza alla proposta ministeriale.

Si rammenta, inoltre, che nel precedente anno scolastico è stata prevista l’elaborazione in forma sintetica del PTOF per il triennio 2022-2025. Si è trattato di una soluzione idonea a contemperare l’esigenza di pianificare il PTOF triennale alla scadenza prevista dalla Legge 107/2015 con la necessità di disporre, per una efficace progettazione, dei dati relativi agli esiti del precedente triennio.

Per rendere disponibili le informazioni necessarie le scuole sono state chiamate, entro il 31 agosto 2022, alla compilazione di un Questionario Scuola sulla stessa Piattaforma RAV. I dati acquisiti sono stati elaborati dall’Amministrazione e resi nuovamente disponibili – attraverso la medesima piattaforma – in termini di posizionamento rispetto ai benchmark aggiornati e di esiti raggiunti dagli studenti.

Le analisi interne al nuovo Rapporto di Autovalutazione partono dalla consultazione dei dati sopra citati attraverso la quale possono essere individuate le aree di maggiore criticità.

Le conclusioni tratte da questa analisi consentono – anche con il supporto delle “domande guida” e delle rubriche di autovalutazione – di individuare le priorità e i traguardi che si intendono raggiungere al termine del triennio successivo (cioè nel periodo 2022-2025).

L’aggiornamento del PTOF

Una volta completata la stesura del RAV, si potrà procedere all’aggiornamento del PTOF, operazione che, come si è detto, dovrà integrare la versione sintetica nella quale erano stati documentati solo alcuni aspetti strategici.

Data l’importanza di questa attività, è essenziale che il Dirigente scolastico provveda ad integrare l’Atto di indirizzo nel quale – vista l’attuale disponibilità dei dati – vanno indicati gli aspetti inerenti il miglioramento degli esiti degli alunni sulla base dei risultati delle rilevazioni INVALSI (ad esempio «diminuire la variabilità tra classi”, ovvero «allineando i punteggi medi di scuola rispetto a quelli nazionali» ecc.).

L’Atto di indirizzo per l’integrazione del Piano dell’offerta formativa 2022/2023 e 2023/2024 si rende inoltre necessario in relazione ai finanziamenti assegnati a tutte le scuole con D.M. 161 del 14/06/2022 (Adozione del “Piano Scuola 4.0” in attuazione dell’investimento 3.2 “Scuola 4.0: scuole innovative, cablaggio, nuovi ambienti di apprendimento e laboratori” nell’ambito della Missione 4 – Componente M4C1).

La trasformazione delle aule in ambienti innovativi di apprendimento Azione 1 dovrà inoltre fare riferimento ad altri ambiti di attuazione degli interventi nelle scuole relativi al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Tra questi ultimi, vanno annoverate le iniziative di prevenzione e contrasto alla dispersione scolastica da attuarsi con i fondi assegnati a seguito del D.M. 170 del 24/06/2022; iniziative che possono a buon titolo rientrare nel Piano di Miglioramento, che fa parte integrante del PTOF.

È evidente che le indicazioni sopra riportate in merito all’Atto di indirizzo del Dirigente scolastico non sono esaustive, ma limitate ad evidenziare alcuni aspetti importanti di cui solo al momento attuale disponiamo delle necessarie informazioni.

In ogni caso, il Collegio provvederà alla stesura/aggiornamento del PTOF triennale solo dopo l’emanazione dell’Atto di indirizzo e la compilazione del RAV. Si sottolinea, in particolare, il fatto che l’autovalutazione è, in ogni caso, un processo che va concluso prima della redazione del PTOF, poiché solo a quel punto possono considerarsi definitivi le Priorità, i Traguardi e gli Obiettivi di processo che stanno alla base della nuova progettualità triennale.

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