Sinergie di Scuola

Molta acqua è passata sotto i ponti italiani da quel lontano 8 marzo 1999, quando il d.P.R. 275 definiva i contorni dell’autonomia scolastica e prevedeva che ognuna istituzione scolastica predisponesse, «con la partecipazione di tutte le sue componenti, il Piano dell’offerta formativa».

Dopo oltre tre lustri, la riforma del Sistema Nazionale di Istruzione e Formazione (Legge 107/2015) pone nuovamente l’accento sulla necessità che ciascuna istituzione scolastica pianifichi e programmi la realizzazione della propria autonomia e compia le proprie scelte istituzionali, modificandone in parte tempi e modalità ma irrobustendone senza dubbio i contenuti e il valore, pur con qualche incongruenza in fatto di competenze.

Che cosa cambia quindi nel e per il POF?

Gli attori

Compare l’ombra di un potenziale attrito di competenze tra Consiglio di Istituto e Dirigente scolastico, in quanto sembra non essere compiutamente precisato il chi fa che cosa contenuto al punto 4 del comma 14, che sostituisce l’art. 3 del d.P.R. 275/1999: «[...] sulla base degli indirizzi per le attività della scuola» (che dovrebbero tuttora spettare al Consiglio di Istituto, le cui competenze in materia di cui al T.U. 297/1994 non sono state abrogate dalla Legge 107/2015) «e delle scelte di gestione e di amministrazione definiti dal Dirigente scolastico».

Volendo essere meno diplomatici, si potrebbe dire che si tratta di uno spostamento di competenze giustificabile nella pratica ma discutibile nel merito, in quanto lascia supporre un’erosione sostanziale del già flebile ruolo del Consiglio di Istituto, senza che vi sia una formale revisione di ruoli, poteri e responsabilità degli organi di indirizzo e quelli di gestione.

I tempi

La chiara indicazione temporale (entro ottobre) conferma l’importanza di una pianificazione reale e tempestiva attuata sulla base di uno strumento giuridico essenziale e non formale, chiave di volta indispensabile per una programmazione finanziaria corretta ed efficace. Si precisa però che per l’a.s. 2015/2016 è stata prevista la proroga al 15 gennaio 2016, essendo l’anno di prima applicazione della Legge.

In quanto strumento pratico di programmazione triennale e non adempimento burocratico noioso e generico, il POF dovrà anche servire a rilevare i fabbisogni di risorse umane ( = organici) e finanziarie degli istituti scolastici. Dovrà essere, insomma, un documento pragmatico ed efficace, lontano da quegli assemblaggi di buoni intenti che solo se tradotti e riassunti in più modesti “POFFINI” possono essere resi leggibili per le famiglie alle quali sono diretti e cui dovrebbero servire.

Potenziamento degli organici

Con circolare del 21/09/2015 il MIUR ha definito il numero di posti attribuibili alle istituzioni scolastiche per il potenziamento degli organici: vedi tabella.

Ogni istituzione scolastica dovrà individuare le priorità di intervento, in coerenza con il proprio piano dell’offerta formativa, inserendo in SIDI, entro il 15 ottobre, una scheda di rilevazione che riporti, per ciascun ordine di scuola, una serie di campi tendenzialmente corrispondenti alle aree disciplinari degli insegnamenti previste dal comma 7 della Legge 107/2015: vedi tabella.

Sarà in ogni caso assicurata, per il tramite degli Uffici Scolastici Regionali, “una dotazione minima di norma non inferiore a 3 posti per istituzione scolastica”.


Pubblicità e trasparenza

Più semplice e immediata sarà la lettura di tali fabbisogni da parte del MIUR se le scuole espliciteranno la loro programmazione attraverso POF comprensibili e comparabili tra loro, e soprattutto se i vari progetti adotteranno una tassonomia comune.

Il Portale unico dei dati della scuola (comma 136) sarà creato come «strumento di trasparenza nei confronti dei cittadini e di responsabilizzazione degli istituti per la pubblicazione di tutte le informazioni relative al sistema di istruzione: bilanci degli istituti, Anagrafe dell’edilizia, Piani dell’offerta formativa, dati dell’Osservatorio tecnologico, curriculum vitae degli insegnanti, incarichi di docenza» (vedi Focus MIUR).

La prospettiva conseguente è quella di avere indicazioni specifiche da parte del MIUR per l’adozione di un modello comune del POF che era stato raccomandato fin dagli albori dell’autonomia ma che si era geneticamente modificato strada facendo.

Una programmazione omogenea non è utile solo ai fini della trasparenza dell’offerta formativa, ma risponde anche a precise esigenze di contabilità pubblica, ai cui principi generali il programma annuale delle scuole (traduzione finanziaria del POF) dovrebbe ispirarsi.

Bisogna ricordare infatti che la Legge 31/12/2009, n. 196 ha avviato un processo di riforma degli ordinamenti contabili pubblici (armonizzazione contabile) finalizzato a rendere omogenei, confrontabili e aggregabili i bilanci di tutte le amministrazioni pubbliche, assicurando allo stesso tempo la trasparenza dei processi di allocazione delle risorse e di destinazione delle stesse.

La riscrittura dell’attuale regolamento di contabilità delle scuole (D.I. 44/2001), affidata ad un decreto interministeriale (MEF e MIUR) da adottarsi entro il prossimo mese di gennaio (Legge 107/2015 art. 1 comma 143), dovrà tenere in debita considerazione gli obiettivi di armonizzazione dei sistemi contabili pubblici, ma soprattutto dovrà fissare tempi di assegnazione delle risorse certi e funzionali alla realizzazione del POF.

Tempi di erogazione dei fondi

Vedi schema.


Incremento del fondo per il funzionamento

È davvero un impegno preciso a garantire un miglior funzionamento delle scuole, sia attraverso una tempestiva erogazione delle risorse, sia con un incremento del fondo per il funzionamento, che sarà stabile e continuo per i prossimi sei anni:

Si registra quindi una correlazione di elementi positivi (pianificazione triennale, organico funzionale, fondo per il funzionamento certo e aumentato) che viene ulteriormente consolidata dall’aumento dei fondi di cui alla Legge 440/1997, nata proprio per dare impulso all’autonomia scolastica, ma – anch’essa – geneticamente modificatasi nel corso del tempo.

Se infatti fino a pochi anni fa tali contributi venivano erogati alle Istituzioni scolastiche senza precisare le destinazioni d’uso – proprio in ossequio al dettato dell’art. 21 comma 5, della Legge n. 59/1997 – da qualche tempo invece rappresentano opportunità di finanziamento legate ad azioni progettuali specifiche, rese disponibili attraverso bandi, del MIUR o degli Uffici Scolastici Regionali, per i quali le scuole possono presentare le loro candidature. Non più, dunque, finanziamenti indifferenziati, ma contributi finalizzati alla realizzazione di un ampliamento reale, ponderato e consapevole dell’offerta formativa.

Per il 2015 gli importi sono definiti dal D.M. n. 435 del 16/06/2015 e consistono in un fondo complessivo di oltre 93 milioni di euro (con un aumento sostanzioso rispetto ai 56 milioni di euro del 2014) ripartito su tre grandi macro aree:

Capo I – Per gli Studenti

  1. Integrazione e inclusione (alunni disabili, stranieri, ospedalizzati...);
  2. Partecipazione studentesca (consulte, forum, Giornata Nazionale...);
  3. Sport e cultura educazione motoria e sportiva, educazione alimentare EXPO, cultura musicale, teatro in classe);
  4. Cittadinanza attiva e legalità (prevenzione del bullismo e cyberbullismo, promozione cittadinanza digitale, scuole accoglienti);
  5. Scuola, lavoro e Made in Italy (alternanza scuola-lavoro, anche per il Licei, orientamento e contrasto alla dispersione scolastica, cultura del Made in Italy, Summer School per le eccellenze);
  6. Carta dello studente e Curriculum dello studente.

Capo II – Per il Personale Scolastico

  1. Formazione del personale della scuola;
  2. Ordinamenti scolastici (sviluppo del sistema nazionale di valutazione, centri provinciali ed. adulti, sviluppo CLIL, certificazione delle competenze nel primo ciclo di istruzione, corsi di recupero).

Capo III – Per le Scuole

  1. Infrastrutture e Innovazione tecnologica;
  2. Funzionamento delle Istituzioni scolastiche e monitoraggio.

A seguire, il Piano Scuola digitale, le reti di scuole, i RAV di autoconsapevolezza con merito e valutazione, le deleghe al Governo e la riorganizzazione delle Pubbliche amministrazioni... il cammino è ancora lungo e tortuoso, ma qualche piccola pietra miliare è già stata posizionata.

Sta a ciascuno di noi metterci dell’impegno per non inciamparvi.

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