Giunto alla 52ª edizione, il Rapporto Censis interpreta i più significativi fenomeni socio-economici del Paese del 2018.

Di seguito riportiamo la sintesi dei contenuti del capitolo “Processi formativi” del 52° Rapporto Censis sulla situazione sociale del Paese.

Alternanza scuola-lavoro: è tempo di bilanci. Nell’a.s. 2017/2018 si è concluso il primo triennio di attuazione dei percorsi di alternanza nella scuola secondaria di II grado, così come delineati dalla “Buona Scuola”. Secondo i Dirigenti scolastici consultati dal Censis, emerge che nei licei la principale criticità è lo scetticismo da parte dei docenti per la temuta contrazione del tempo per le discipline curricolari. Segue la realizzazione di un numero troppo alto di percorsi in alternanza, a causa di eterogeneità e piccola dimensione delle strutture disponibili. Minori sono i livelli di problematicità segnalati per i percorsi tecnici e professionali. Ci sono però differenze tra gli istituti del Centro-Nord e quelli delle aree meridionali del Paese, che anche a causa della rarefazione del tessuto imprenditoriale lamentano una maggiore difficoltà nel coinvolgere le imprese. Il 51% dei Dirigenti è molto d’accordo (32% abbastanza d’accordo) sul fatto che l’alternanza disegnata dalla riforma sia una pratica positiva, migliorabile e da continuare per accrescere l’occupabilità degli studenti.

Sicurezza e benessere a scuola. Nello scorso anno scolastico gli edifici senza certificato di agibilità erano il 53,8% del totale, senza certificato di prevenzione incendi il 59,5% e senza entrambe le certificazioni il 39,7%. Secondo i Dirigenti interpellati, sono gli episodi di bullismo (75,9%), cyberbullismo (67,3%) e furti ai danni di altri studenti o insegnanti (60,4%) a interferire più frequentemente con il normale vissuto scolastico. A questi si aggiungono gli atti di vandalismo verso la struttura e le dotazioni (54,4%), insubordinazione o violenza verso il corpo docente (42,4%), discriminazione verso donne, stranieri o disabili (34,3%). Lo spaccio e il consumo di droghe nelle vicinanze della scuola sono segnalati dal 31%, il consumo da parte degli studenti dal 23,9%.

Le dinamiche di internazionalizzazione di domanda e offerta di istruzione universitaria. Gli scambi interculturali tra scuole e università dell’UE sono considerati molto importanti dal 69% dei giovani italiani, a fronte del 53% degli europei. La creazione di lauree erogate da reti di università europee, con la possibilità di studiare in diversi Paesi, è giudicata molto importante dal 67% degli italiani (valore medio europeo: 54%). In Italia i corsi a carattere internazionale nell’anno accademico 2017/2018 sono 862, di cui 341 totalmente e 161 parzialmente in inglese. Sono ingegneria-architettura e il gruppo economico-statistico le due aree disciplinari che accolgono le quote più alte di corsi a carattere internazionale, rispettivamente con il 34,4% e il 31,8% del totale.

Educazione degli adulti: per molti, ma non per tutti. Nel 2016 il 41,5% degli italiani tra i 25 e i 64 anni (media europea 45,1%)aveva partecipato ad attività formative formali e non formali, con un aumento rispetto al 2011 di 5,9 punti percentuali. Permane la differenza di genere: partecipa il 44% degli uomini contro il 39,1% delle donne. Il 75,4% di chi ha partecipato ad attività non formali ha preso parte ad attività correlate al lavoro (il 59% ad attività di iniziativa datoriale). Il 33,3% dei 25-64enni ha partecipato ad attività job-related, perlopiù promosse dal datore di lavoro (27,1%). Si contrappone uno zoccolo duro di 25-64enni (43,3%) che non ha partecipato ad attività formative formali e non vuole parteciparvi in futuro, cui si aggiunge il 16,2% di chi, pur avendo partecipato, ritiene conclusa la propria esperienza formativa. Gli adulti italiani sono meno pro-attivi degli europei nel ricercare occasioni di apprendimento. Lo ha fatto il 14,3% dei 25-64enni, a fronte di una media europea del 21,9%.

Formazione per la cittadinanza, formazione per il professionista: le iniziative innovative dell’Enpab. Il sostegno alla professione rappresenta uno dei pilastri delle azioni di welfare integrato che le Casse previdenziali dei liberi professionisti hanno sviluppato per rispondere ai bisogni diversificati dei propri iscritti. In modo del tutto originale, l’Enpab (Ente nazionale per la previdenza e l’assistenza a favore dei biologi) ha dato avvio a due progetti per supportare una platea giovane di iscritti: la Giornata nazionale del biologo nutrizionista, che mette in contatto i professionisti con i cittadini per educarli ad abitudini alimentari e stili di vita corretti, e il progetto Biologi nelle scuole, per la realizzazione di un percorso educativo rivolto ai bambini delle elementari. Una indagine del Censis evidenzia come gli stessi biologici ritengano strategiche queste iniziative per la propria crescita professionale e che anche la collaborazione e il confronto con i colleghi è un valore aggiunto.

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