Sinergie di Scuola

Un ragazzo che abbandona la scuola rappresenta un fallimento educativo. Come riporta la Fondazione Openpolis, le ricerche indicano che a lasciare gli studi prima del tempo sono spesso i giovani più svantaggiati, sia dal punto di vista economico che sociale. L’abbandono precoce pone diverse problematiche, non solo per i giovani, ma anche per la società. In molti casi limita le opportunità dei ragazzi sul mercato del lavoro e fa aumentare il rischio di disoccupazione, povertà, problemi di salute, oltre a causare una ridotta partecipazione alle attività politiche, sociali e culturali.

I dati per il 2020 risultano in lieve miglioramento rispetto all’anno precedente. Con il 13,1% di giovani che abbandonano prematuramente gli studi infatti l’Italia è il quarto stato europeo per incidenza del fenomeno.

L’Unione europea si era posta come obiettivo quello di ridurre sotto al 10% entro il 2020 la quota di giovani che lasciano prematuramente gli studi. L’obiettivo continentale, in vista del 2030, è stato poi ulteriormente abbassato di un punto.

L’Italia ha raggiunto il proprio obiettivo, ma è lontana dai più alti standard UE.

Al di là dei passi avanti fatti, nel nostro Pase la dispersione scolastica rimane comunque un problema molto serio. Un elemento importante per intervenire e arginare il fenomeno è quello di avere dati il più dettagliati possibile, in modo da poter monitorare le criticità presenti nei singoli territori e organizzare azioni mirate.

La pandemia si è configurata come un acceleratore di processi in corso, piuttosto che come vero e proprio spartiacque. Vista la situazione quindi, è essenziale dotarsi di tutti gli strumenti per contrastare la povertà educativa in modo efficace. E questo significa anche disporre di informazioni attuali, quanto più disaggregate possibili, a partire dall’aggiornamento di indicatori preziosi come quello sull’abbandono scolastico. Anche per valutare con precisione l’impatto del Covid su queste dinamiche.

L’abbandono scolastico nelle regioni italiane

Una delle caratteristiche del nostro paese per quando riguarda l’abbandono scolastico è quella di avere ampi divari al proprio interno. Osservando i dati a livello regionale si può notare uno squilibrio tra sud e centro-nord. Ai primi 5 posti della classifica troviamo infatti le 5 maggiori regioni del mezzogiorno.

Al primo posto c’è la Sicilia con un tasso di abbandono pari al 19,4%. Seguono Campania (17,3%) e Calabria (16,6%). Queste regioni, a cui si aggiunge anche la Puglia (15,6%), si trovano al di sopra della media nazionale. Dall’altro lato invece Abruzzo, Friuli-Venezia Giulia, Molise, Emilia Romagna e Marche si trovano al di sotto dell’obiettivo UE del 10%.

C’è da dire però che il mezzogiorno è anche l’area della penisola in cui si sono registrati i progressi maggiori rispetto all’anno precedente. In base ai dati di ISTAT infatti nel 2019 sud e isole avevano un tasso di abbandono pari al 18,2%, sceso poi al 16,3% nel 2020.

Considerando invece le regioni del centro e del nord nel loro complesso, possiamo osservare che qui il livello di abbandono scolastico è cresciuto rispettivamente di 0,5 e 0,6 punti percentuali rispetto al 2019.

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