Sinergie di Scuola

Nel Decreto Aiuti bis (Legge 115 del 9/08/2022), recante misure urgenti in materia di energia, emergenza idrica, politiche sociali e industriali, sono state introdotte anche alcune misure che impattano sul settore Istruzione.

Il Decreto è stato pubblicato nella G.U. Serie Generale n. 185 del 9/08/2022 ed è entrato in vigore il 10 agosto scorso.

Formazione incentivata

Dall’a.s. 2023/2024 è stato introdotto un percorso di formazione triennale, obbligatorio per i docenti neo-assunti e volontario per tutti gli altri docenti.

A conclusione del percorso triennale è prevista una verifica finale, che se superata positivamente dà diritto ad un compenso una tantum, non inferiore al 10% e non superiore al 20% del trattamento stipendiale in godimento. Tale compenso viene attribuito in maniera selettiva.

Docente esperto

La grossa novità è però rappresentata dalla nuova figura del docente esperto.

I docenti di ruolo che abbiano superato con valutazione positiva tre successivi percorsi triennali formativi acquisiscono la qualifica di “docente esperto”.

Al termine del percorso, il docente esperto riceverà un assegno annuale ad personam di un importo pari a 5.650 euro che si aggiunge al trattamento stipendiale in godimento.

L’acquisizione della qualifica di “docente esperto” non comporta nessuna nuova o diversa funzione, oltre a quella già svolta dell’insegnamento. L’unico obbligo è quello di rimanere nella Istituzione scolastica per almeno il triennio successivo al conseguimento della suddetta qualifica.

I criteri di selezione sono rimessi alla contrattazione collettiva e le modalità di valutazione sono definiti da un apposito regolamento ministeriale sentite le organizzazioni sindacali.

In sede di prima applicazione, nelle more dell’aggiornamento contrattuale, si applicano i seguenti criteri di valutazione e selezione:

  1. media del punteggio ottenuto nei tre cicli formativi superati con valutazione positiva;
  2. in caso di parità di punteggio prevale la permanenza come docente di ruolo nella Istituzione scolastica presso la quale si è svolta la valutazione e, in subordine, l’esperienza professionale maturata nel corso dell’intera carriera, i titoli di studio posseduti ecc.

I primi docenti esperti saranno riconosciuti a partire dall’anno 2032/2033 per un contingente massimo di 8.000 unità. Lo stesso contingente sarà riconosciuto per ciascuno dei successivi tre anni (2033/2034, 2034/2035 e 2035/2036) per un totale di 32.000 docenti.

Per gli anni successivi non sono previsti ulteriori contingenti ma sarà possibile accedere a questa qualifica solo nel limite del numero delle cessazioni riferite al personale docente esperto.

Le dichiarazioni del Ministro Bianchi

Le novità introdotte nel Decreto Aiuti bis e dalla Legge 79/2022 sono state criticate da più parti.

«La riforma della formazione e del reclutamento degli insegnanti, recentemente approvata in via definitiva dal Parlamento» spiega il Ministro «ha fissato alcuni principi importanti. Per diventare docenti vengono infatti previsti un quadro di regole stabile e trasparente, con un percorso universitario iniziale e concorsi annuali, e una formazione continua, lungo tutta la vita lavorativa. Una formazione di qualità, strumento di crescita professionale e di tutto il sistema scolastico».

«La legge approvata ha messo al centro, in questo modo, la figura dell’insegnante, come da tempo si auspicava ed era necessario fare: ridando centralità ai docenti, al loro ruolo, allo sviluppo della loro carriera, si rilancia l’intero sistema scuola».

Con riferimento alla figura del docente esperto, il Ministro ha poi dichiarato: «Il Decreto Aiuti bis, approvato pochi giorni fa, ha aggiunto un altro tassello importante, che vuole rafforzare ancora di più il ruolo chiave che la formazione dovrà rivestire nel sistema scolastico. Come ogni novità che si introduce, anche questa sta generando un ampio dibattito nella scuola. Da tempo, tuttavia, si parla della necessità di valorizzare i docenti sotto il profilo economico, premiando l’anzianità di servizio – aspetto che la riforma non modifica – ma anche il percorso fatto».

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