Sinergie di Scuola

Nella riunione dell’8 marzo scorso, il Consiglio dei Ministri ha approvato in via definitiva il testo dello schema di regolamento che istituisce e disciplina il Sistema Nazionale di Valutazione (SNV) in materia di istruzione e formazione, per le scuole del sistema pubblico nazionale di istruzione, ivi comprese le scuole paritarie, e per le istituzioni formative accreditate dalle Regioni, dando attuazione alle disposizioni della Legge n. 10/2011.

In questo articolo saranno quindi illustrati l’impianto e la struttura organizzativa del SNV prefigurati dal Regolamento, e verrà esaminato l’impegno specifico al quale sono chiamate le scuole a partire già dal prossimo anno scolastico. Ma prima di procedere con la nostra analisi, ci sembra utile aprire con una premessa che intende soffermarsi sulle ragioni principali che hanno spinto il governo uscente ad accelerare verso la definizione di norme necessarie per dare all’Italia un nuovo Sistema nazionale di valutazione, il cui obiettivo principale è quello di migliorare l’efficacia e l’efficienza del servizio scolastico ed innalzare i livelli di apprendimento e lo sviluppo delle competenze degli studenti.

Autonomia responsabile nel quadro delle politiche europee di “accountability”

L’istituzione di un SNV risponde a due istanze principali, entrambe riconducibili alle politiche di decentramento amministrativo che hanno riguardato, nell’ultimo ventennio, il settore dell’istruzione e formazione in tutti gli Stati membri dell’Unione europea, compresa l’Italia. Da una parte, tale sistema intende soddisfare l’esigenza di completamento del processo dell’autonomia scolastica, introducendo uno dei tasselli necessari all’esercizio responsabile dell’autonomia da parte delle istituzioni scolastiche. D’altro canto, l’Italia si trova nella condizione di dover colmare un grave ritardo rispetto alla maggior parte del Paesi europei che, da tempo, hanno messo al centro delle loro politiche il tema della valutazione, considerata dagli orientamenti europei come una priorità ineludibile nei processi di innalzamento dei livelli di qualità dell’istruzione.

In quasi tutti i paesi in Europa, infatti, è presente l’impegno nella definizione di standard e procedure in una logica di accountability, ovvero di rendicontazione sociale, intesa come un’assunzione di responsabilità della scuola rispetto alla qualità del servizio offerto in termini di attività didattiche e formative,  secondo i principi della trasparenza, dell’efficacia e dell’efficienza a cui deve essere improntata l’azione della Pubblica Amministrazione.

Per capire fino in fondo la portata del nuovo Regolamento dal punto di vista nazionale, non si può prescindere dal fare riferimento a un modello di governance fondato su una struttura ad autonomie plurime. Modello disegnato dalle leggi di decentramento che, tra la fine degli anni ’90 e gli inizi degli anni 2000, hanno permesso il passaggio da un assetto giuridico-istituzionale verticistico e centralistico di scuola-apparato ad un assetto di scuola-servizio, in cui esiste una pluralità di soggetti – quali Stato, Regioni, enti locali e singole istituzioni scolastiche – aventi competenze concorrenti e complementari all’interno di un sistema amministrativo-istituzionale pubblico, regolato dal principio della sussidiarietà in una prospettiva di responsabilità distribuita.

Questo modello policentrico di poteri e funzioni decisionali relativi al servizio scolastico si è concretizzato soprattutto attraverso l’attribuzione dell’autonomia funzionale alle istituzioni scolastiche, disciplinata dal Regolamento del 1999 (DPR 275) e, parallelamente, con il conferimento della qualifica dirigenziale al Capo d’Istituto e con la Riforma del Titolo V della Costituzione (Legge 3/2001).

Peraltro, l’importanza di un SNV va ricollocato anche nel quadro delle leggi di ammodernamento della Pubblica Amministrazione (dalla legge 241/90 fino alla Legge 150/2009), che promuovono  processi di controllo della qualità del servizio degli enti pubblici in riferimento ad esigenze  di trasparenza e di ottimizzazione della produttività del lavoro pubblico, attraverso strumenti di controllo di gestione della performance e di rendicontazioni pubbliche.


Se spostiamo il punto di vista sul piano degli orientamenti politici dell’Unione europea, il Regolamento intende rispondere alla Commissione europea che ha chiesto espressamente all’Italia, anche in vista della programmazione dei fondi strutturali 2014-2020, di prendere un preciso impegno rispetto all’adozione di chiare e precise misure di valutazione del sistema scolastico, ritenuta – nella prospettiva del processo di Lisbona – come la leva strategica per incrementare la qualità dei sistemi educativi, in strettissimo rapporto con il riconoscimento della rilevanza del capitale umano quale fattore di sviluppo complessivo, sia in termini di coesione sociale che in termini di competitività.

La tendenza ad implementare dispositivi di valutazione secondo una prospettiva di accountability, di matrice anglossassone, è ormai diffusa negli Stati membri, anche se esiste una grande differenziazione di modelli, dovuta al diverso funzionamento dei meccanismi di valutazione in Europa, che risultano influenzati da tre fattori principali: la pluralità di elementi oggetto di valutazione, le modalità e strumenti di valutazione e la tipologia di valutazione.

Esistono quindi Paesi in cui la valutazione riguarda livelli diversi, incentrandosi, a seconda del paese, sulla valutazione del sistema educativo nel suo insieme, insegnanti e capi d’istituto compresi, o solo sui risultati di apprendimento, sulla singola scuola o sulle autorità locali. Inoltre, non in tutti i paesi si ricorre alla standardizzazione dei criteri a livello nazionale ad opera di organismi istituzionali dell’amministrazione centrale e, infine, in ciascun paese possono coesistere o meno, diversi strumenti e modalità  di valutazione riconducibili, in linea generale,  a tre tipologie prevalenti: la valutazione esterna, svolta da un ente esterno, generalmente da un corpo  ispettivo; la valutazione interna, svolta dal personale della scuola e/o da altri membri della comunità educativa; l’autovalutazione, concepita come un processo valutativo svolto a livello del singolo istituto, per il quale il giudizio viene espresso dai responsabili del percorso di miglioramento all’interno della scuola.

Gli assi portanti del Sistema Nazionale di Valutazione italiano

L’architettura del sistema disegnato dal Regolamento prevede il coinvolgimento di tre attori istituzionali con ruoli e compiti diversi, ma concorrenti e complementari: l’Invalsi (l’Istituto nazionale per la valutazione del sistema di istruzione e formazione), l’Indire (l’Istituto nazionale di documentazione, innovazione e ricerca educativa) e il corpo ispettivo, fermo restando che le priorità strategiche della valutazione del sistema educativo vengono indicate, almeno ogni tre anni, dal Ministro dell’Istruzione.

L’Invalsi, oltre a mantenere i compiti ad esso conferito in relazione alle procedure della rilevazione degli apprendimenti, assume il coordinamento funzionale dell’intera procedura di valutazione, con la precisa responsabilità di predisporre i protocolli di valutazione, di definire gli indicatori di efficienza ed efficacia degli interventi e quelli attinenti alla valutazione dei Dirigenti scolastici e di mettere a disposizione delle scuole gli strumenti di valutazione. Inoltre, all’Invalsi è affidata la responsabilità della procedura di selezione degli esperti dei nuclei di valutazione esterna e la formazione degli ispettori.

L’Indire ha una funzione di supporto alle scuole nella definizione e attuazione dei piani di miglioramento della qualità dell’offerta formativa e dei risultati degli apprendimenti. Esso esercita tale funzione attraverso progetti di ricerca per l’innovazione didattica, di consulenza e di formazione del personale docente, anche attraverso azioni di e-learning e di documentazione in coerenza con gli obiettivi della propria missione.

Il contingente ispettivo comprende i dirigenti di II fascia con funzione tecnico-ispettiva che il MIUR individua nell’ambito della dotazione organica disponibile a livello centrale e periferico. Il ruolo dei dirigenti tecnici (ispettori) è svolto attraverso compiti di coordinamento dei nuclei di valutazione esterna e di proposta di azioni di miglioramento alle scuole al fine di facilitarne la rendicontazione sociale.


Il procedimento di valutazione

L’iter valutativo previsto dal Regolamento è articolato in 4 fasi principali che, concatenate ed interagenti, vedono coinvolte in maniera attiva le stesse istituzioni scolastiche come già anticipato nella Direttiva n. 85/2012: autovalutazione; valutazione esterna; azioni di miglioramento e rendicontazione sociale.

L’autovalutazione delle istituzioni scolastiche si svolge sulla base di un quadro di riferimento comune, che comprende i dati messi a disposizione dal MIUR attraverso il sistema informativo Scuola in chiaro, dall’Invalsi attraverso le rilevazioni degli apprendimenti  e dalle scuole stesse attraverso pratiche di valutazione interna. Ogni scuola  ha il compito di redigere  un rapporto di autovalutazione secondo un format elettronico redatto dall’Invalsi e di indicare  gli obiettivi di un piano di miglioramento.

La valutazione esterna è realizzata dai nuclei coordinati da un dirigente tecnico sulla base di protocolli, indicatori e programmi definiti dall’Invalsi. è in questa fase che vengono messe in evidenza eventuali criticità  e pianificati gli interventi migliorativi utili a colmare il divario con  altre scuole.

Le azioni di miglioramento chiamano in causa il ruolo dell’Indire, anche se le scuole potranno collaborare in piena autonomia con università, enti di ricerca o associazioni professionali e culturali, scelti liberamente. Tali azioni vanno programmate dalle scuole con il supporto dei nuclei di valutazione esterna, composti da un dirigente tecnico e da due esperti in materia di valutazione,che guideranno e indirizzeranno le scuole nel processo di miglioramento in un arco di tempo di due/tre anni, al termine del quale verrà stilato un nuovo Rapporto di autovalutazione per valutare gli effetti del Piano e gli eventuali progressi.

La rendicontazione sociale permetterà alle istituzioni scolastiche di rendere pubblici i risultati del processo di miglioramento, secondo una logica di trasparenza e di condivisione con la comunità di appartenenza.

Il Regolamento introduce un quadro di insieme che contiene alcune novità e consolida in maniera netta alcuni aspetti appartenenti all’esistente, come il ruolo dell’Invalsi in materia di rilevazioni nazionali sugli apprendimenti e sulle competenze degli studenti, che saranno effettuate periodicamente su base censuaria nelle classi seconda e quinta della scuola primaria, nella prima e nella terza della secondaria di primo grado e nella seconda e nell’ultima della secondaria di secondo grado, come definito nella più recente Direttiva del ministro n. 85/2012.

La novità più importante riguarda l’introduzione di un ambito di valutazione direttamente collegato all’azione dei Dirigenti scolastici, dal momento che vengono presi in esame le aree di miglioramento organizzativo e gestionale riconducibili alla sfera di competenza del profilo dirigenziale, come delineato nell’art. 25 del D.Lgs. 165/2001 in cui si legge: «il D.S. è responsabile della gestione delle risorse finanziarie e strumentali e dei risultati del servizio organizza l’attività secondo criteri di efficacia ed efficienza [...] e promuove gli interventi per assicurare la qualità dei processi formativi». L’adempimento da parte delle scuole dell’invio dei piani di miglioramento al Direttore Regionale, perché ne tenga conto nel fissare gli obiettivi del DS indicati nel suo incarico, è coerente con questo tipo di strategia valutativa.


Un altro aspetto di novità riguarda la prospettiva della stretta relazione tra valutazione esterna ed autovalutazione, poiché essa interpella direttamente la scuola, richiamando la centralità  dell’autonomia scolastica nei processi di sviluppo e qualità. Le azioni di miglioramento sono concepite, infatti, come un processo interno all’istituzione scolastica autonoma, chiamata ad elaborare e ad adottare misure tese ad accrescere il livello qualitativo dei propri risultati nel periodo di tempo compreso tra le fasi della valutazione più propriamente esterna. In tale ottica, il miglioramento – a differenza della valutazione – è un processo in cui la scuola esprime in totale autonomia le proprie attitudini e potenzialità di comunità organizzativa, allo scopo  di definire e realizzare degli interventi capaci di innescare un miglioramento tangibile che sarà periodicamente oggetto di verifica da parte dei team di valutatori esterni che visiteranno le scuole. Anche la libertà di scelta delle scuole del supporto tecnico-scientifico esterno ritenuto più adeguato alle peculiarità della progettazione formativa d’Istituto, è ancora espressione di autonomia funzionale, di cui il Dirigente scolastico è garante e responsabile.

Anche l’accompagnamento delle istituzioni scolastiche verso forme di rendicontazione sociale rappresenta una novità interessante sul piano dell’incremento di consapevolezza rispetto ai risultati e alla relazione tra questi e l’azione del sistema scuola per l’accrescimento del valore aggiunto nei processi di apprendimento e di crescita individuale degli studenti.

Questo accompagnamento dovrebbe sfociare in pratiche di Bilancio sociale (vedi in proposito l’articolo di C. Runfola “Il bilancio sociale”, num. 12 – Ottobre 2011), come raccomandato alle pubbliche amministrazioni dalla Direttiva della Funzione Pubblica del 2006 e che nel contesto di servizio scolastico, vengono richiamate per la prima volta nelle Indicazioni Nazionali per il curriculo del 2007, in ordine alla necessità, da parte delle scuole, di uscire dall’autoreferenzialità attraverso pratiche di autovalutazione con funzioni riflessive sull’intera organizzazione dell’offerta formativa e didattica, ai fini di un progressivo miglioramento degli apprendimenti.

L’autovalutazione

Le linee generali del SNV che abbiamo sin qui delineato sono coerenti con le sperimentazioni ministeriali in atto, avviate nel corso di questo anno scolastico e, in particolare, fanno riferimento a modalità e strumenti di lavoro che si stanno diffondendo nelle scuole che aderiscono al progetto VALeS (Valutazione e Sviluppo della Scuola). Le istituzioni scolastiche coinvolte nel progetto VALeS sono  attualmente più di 1.300, e allo scopo di condividere con le scuole i percorsi sperimentali di autovalutazione e di favorirne una diffusione capillare nella scuola, il MIUR ha promosso – in collaborazione con gli USR – specifiche conferenze di servizio con tutti i dirigenti  delle  scuole italiane ed i docenti referenti per la valutazione.

Ci sembra utile allora, indicare  sinteticamente quali sono gli orientamenti proposti nelle conferenze di servizio del MIUR, a partire dalla documentazione del progetto VALeS messa a disposizione dell’Invalsi sul sito dedicato e al documento di base per i seminari regionali sulla valutazione pubblicati sui siti degli USR.


Finalità

L’autovalutazione è un processo da promuovere e costruire all’interno della comunità professionale e, pertanto, non può basarsi sull’applicazione di indicatori e dati comparati a livello nazionale.  Presupposto necessario ad ogni processo valutativo è quindi una riflessione continua sull’Istituto e l’elaborazione di una sua rappresentazione, che deve appoggiarsi su argomenti e dati verificabili, senza prescindere dal contesto in cui una scuola opera. L’autovalutazione deve fondarsi sull’analisi dei processi in atto e su interventi tesi alla valorizzazione dei punti di forza e all’esame delle criticità della singola scuola, tenendo presente che la sua finalità principale è quella di individuare le priorità di sviluppo e di miglioramento in ordine agli esiti formativi ed educativi degli studenti.

La responsabilità del processo

La gestione del processo è affidata al Dirigente scolastico in collaborazione con il Nucleo di valutazione, di cui definisce i componenti e il funzionamento. Egli esercita lungo l’intero procedimento un ruolo di facilitatore, catalizzatore, consigliere tecnico e di collegamento con l’esterno. I suoi compiti attengono a quelli di promozione e coordinamento delle diverse azioni, con particolare attenzione al raccordo tra la scuola e la comunità locale, per sostenere il cambiamento nel senso dell’innalzamento del livello della qualità del servizio scolastico.

L’ispirazione metodologica di fondo

L’istituzione scolastica deve tener presente le caratteristiche che contraddistinguono il procedimento autovalutativo. Ogni processo di autovalutazione è caratterizzato dall’essere:

  • situato, ovvero attento alle peculiarità della singola istituzione scolastica, in rapporto alla sua evoluzione nel tempo e al contesto socio-ambientale e culturale nel quale essa agisce;
  • plurale, ovvero fondato su una molteplicità di evidenze, quantitative e qualitative, in grado di restituire le diverse prospettive di analisi di funzionamento della scuola e i punti di vista dei diversi attori;
  • partecipato, ovvero attento al coinvolgimento delle diverse componenti scolastiche, pur nella chiarezza dei ruoli e delle responsabilità;
  • proattivo, ovvero orientato allo sviluppo del piano di miglioramento, il quale rappresenta il banco di prova dell’efficacia stessa del processo autovalutativo.

Strumenti di lavoro

La base di partenza più importante per l’autovalutazione è costituita dai risultati delle prove Invalsi e dai dati di Scuola in chiaro.

Per quanto riguarda gli esiti di apprendimento, si tratta di analizzare i dati e di leggerli criticamente anche in relazione agli indici di comparazione forniti per un confronto a livello territoriale e nazionale, interrogandosi sui propri punti di forza e di debolezza.

Le informazioni strutturate e comparative dovrebbero essere integrate da tutte le riflessioni e i dati disponibili a livello di Istituto, attraverso un possibile utilizzo di dati anche non strutturati, purché adeguatamente documentati.


A partire da quest’anno, ci sono novità nella restituzione dei dati Invalsi, che possono essere approfondite consultando la guida interattiva dell’Invalsi. Tali novità riguardano i seguenti aspetti:

  • dati al netto del cheating (cioè il tasso di comportamento scorretto che falsa i dati);
  • apertura a una pluralità di attori;
  • maggiori confronti (con scuole con simile composizione di studenti);
  • maggiori dettagli (sugli ambiti delle singole prove);
  • sviluppo di alcuni focus specifici.

Un altro strumento realizzato per supportare le scuole nel processo di autovalutazione è il fascicolo “Scuola in chiaro” inviato alle scuole e strutturato secondo quattro categorie di riferimento: dati identificativi della scuola; dati di contesto (strutture, alunni e personale); esiti formativi ed educativi (abbandoni scolastici, trasferimenti in entrata e in uscita, assenze, esiti scrutini intermedi e finali, sospensione giudizio e attività di recupero, esami di Stato, ammessi, diplomati, votazioni, stages formativi, soggiorni all’estero, immatricolazioni all’università, crediti al primo anno accademico, crediti al primo e al secondo, immatricolati senza crediti); risorse finanziarie (sono incluse le spese per il personale sostenute dallo Stato).

Risultati attesi

Al termine del procedimento autovalutativo le scuole devono redigere, in formato elettronico, un Rapporto di autovalutazione a partire dai dati messi a disposizione della scuola dal MIUR e dall’INVALSI, opportunamente integrati con le informazioni di tipo qualitativo disponibili a livello locale, raccolte attraverso diversi strumenti di autovalutazione adottati in passato o  autonomamente definiti dalla scuola (per esempio, diversi tipi di questionari rivolti agli stakeholder interni ed esterni all’istituzione scolastica).

Schema Il Rapporto non andrebbe inteso come un ulteriore adempimento burocratico per la scuola, ma come un modo di ridare un ordine logico alle informazioni, alle riflessioni e ai documenti già in possesso dalla scuola. Le analisi e le valutazioni in esso riportate rappresentano il punto di partenza per pianificare gli interventi migliorativi della scuola e per definire obiettivi, indicatori e risultati attesi.

Nella documentazione dell’INVALSI, vengono fornite indicazioni operative per la sua stesura e viene proposto il modello del Rapporto di Autovalutazione compilabile on-line, strutturato secondo lo schema comune proposto in tabella.

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