In questo nuovo anno scolastico 2020/2021, avviato all’insegna della grande sfida del ritorno in presenza in classe dopo la fase acuta dell’emergenza pandemica, le scuole si confrontano con un’importante novità didattico-pedagogica che è anch’essa una sfida: riorganizzare la propria offerta formativa per inserire l’insegnamento trasversale di Educazione civica nel curricolo d’Istituto, obbligatorio in tutti gli ordinamenti scolastici in base alla Legge n. 92 del 20/08/2019 sulla “Introduzione dell’insegnamento scolastico dell’educazione civica” e di quanto indicato nelle Linee guida ministeriali, Allegato A del D.M. n. 35 del 22/06/2020.

La lettura parallela delle due succitate disposizioni normative ci permette di approfondire le peculiarità del nuovo insegnamento, oltre a chiarire i principali orientamenti organizzativi per le scuole in relazione alla pianificazione delle attività curriculari di Educazione civica da integrare nel PTOF che, come è noto, deve essere aggiornato entro questo mese di ottobre.

Trasversalità e obbligatorietà dell’Educazione civica

Il nuovo insegnamento di Educazione civica “trasversale e obbligatorio” raccoglie in eredità un patrimonio didattico-pedagogico già presente nelle scuole, proveniente principalmente dall’insegnamento di Cittadinanza e Costituzione, che sparisce dai curricula scolastici per effetto della Legge 92/2019, ma anche dalla consolidata tradizione progettuale relativa ad ambiti educativi affini, che la nuova legge intende ricomprendere nel quadro organico e unitario di un unico insegnamento: educazione stradale, educazione alla salute e al benessere, educazione al volontariato e alla cittadinanza attiva.

Ricondurre le molteplici e frammentate iniziative scolastiche ad un unico percorso di insegnamento/apprendimento consente di costruire nelle scuole, strutturalmente e in verticale, uno spazio formativo con ambiziose finalità educative, in cui gli apprendimenti formali e non formali degli studenti troveranno una più efficace valorizzazione, anche nella prospettiva di una più compiuta rilevazione delle competenze trasversali degli alunni, da certificare nel primo ciclo di istruzione, ai sensi del D.M. 742/2007 e attraverso il “Curriculum dello studente” introdotto dalla Legge 107/2015 nel secondo ciclo di istruzione, i cui modelli sono stati recentemente adottati con D.M. n. 88 del 6/08/2020 per il prossimo Esame di Stato 2021.

D’altro canto, il nuovo insegnamento si presenta con un forte potenziale innovativo legato al principio di trasversalità, secondo cui l’Educazione civica non è una disciplina scolastica a sé stante, da affidare ad un docente di una specifica classe di concorso, ma un insegnamento che si integra nel curricolo in maniera flessibile e che punta a valorizzare, di ciascuna disciplina curriculare, quegli aspetti latenti riconducibili a finalità educative di più ampio respiro, indicate dalla Legge negli artt. 1 e 2:

Le suddette finalità costituiscono lo sfondo ispiratore della progettazione curriculare su cui fondare l’insegnamento di Educazione civica, il cui obiettivo va oltre il campo delle mere conoscenze e mira piuttosto a formare abilità e competenze interdisciplinari, pluridisciplinari e transdisciplinari, che per loro natura sono sempre trasversali alle discipline.

Di conseguenza, il compito educativo affidato a questo insegnamento può essere pienamente svolto solo con il contributo corale dell’intera comunità educante, in cui l’alunno è accolto e accompagnato nella sua formazione personale verso un’identità di cittadino attivo, consapevole e responsabile.

L’obbligatorietà dell’insegnamento di Educazione civica riguarda la sua concreta applicazione nei percorsi scolastici, estesa a tutti i cicli si istruzione, anche alla scuola dell’infanzia, dove non viene istituito un insegnamento specifico, ma vengono promosse semplici esperienze di scoperta dell’altro da sé e di relazioni con gli altri, in grado di sviluppare, fin dalla più tenera età, la sensibilità alla cittadinanza responsabile, in linea con le Indicazione Nazionali per il curricolo del 2012.

Il carattere obbligatorio si collega, inoltre, ad aspetti dell’organizzazione didattico-curriculare che la norma prescrive in riferimento ai seguenti elementi che ci accingiamo ad esaminare nel dettaglio:

Il progetto curriculare di Educazione civica

I contenuti tematici alla base del nuovo curricolo di Educazione civica, attorno ai quali ruoterà lo svolgimento delle attività didattiche, vengono specificate nell’art. 3 della Legge 92/2019:

  1. Costituzione, istituzioni dello Stato italiano, dell’Unione europea e degli organismi internazionali; storia della bandiera e dell’inno nazionale;
  2. Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, adottata dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite il 25 settembre 2015;
  3. educazione alla cittadinanza digitale;
  4. elementi fondamentali di diritto, con particolare riguardo al diritto del lavoro;
  5. educazione ambientale, sviluppo eco-sostenibile e tutela del patrimonio ambientale, delle identità, delle produzioni e delle eccellenze territoriali e agroalimentari;
  6. educazione alla legalità e al contrasto delle mafie;
  7. educazione al rispetto e alla valorizzazione del patrimonio culturale e dei beni pubblici comuni;
  8. formazione di base in materia di protezione civile.

La nuova area formativa si configura variegata e impegnativa anche dal punto di vista delle tematiche, che vengono peraltro già ampiamente trattate nei percorsi scolastici, in risposta ai numerosi orientamenti educativi nazionali ed europei preesistenti, come le Indicazioni nazionali per il curricolo del primo ciclo (2012) e secondo ciclo (2010), la legge per l’istituzione di “Cittadinanza Costituzione” (2008), la Legge 107/2015, le norme di contrasto al bullismo e cyberbullismo, le competenze chiave di cittadinanza, le competenze chiave europee per l’apprendimento permanente.

Le Linee guida distinguono, all’interno dell’ampio ventaglio di temi proposti, tre grandi macroaree tematiche, a cui le scuole devono riferirsi per la costruzione del curricolo di Educazione civica e la progettazione didattica dei relativi percorsi modulari interdisciplinari:

  1. Costituzione, diritto (nazionale e internazionale), legalità e solidarietà;
  2. Sviluppo sostenibile, educazione ambientale, conoscenza e tutela del patrimonio e del territorio;
  3. Cittadinanza digitale.

A partire dai tre assi tematici sopraindicati, ogni Istituzione scolastica attiva, nell’esercizio dell’autonomia di sperimentazione ai sensi dell’art. 6 del D.P.R. 275/1999, una dinamica di progettualità collegiale, finalizzata a delineare una proposta di curricolo verticale di Educazione civica, scansionata per ogni anno del prossimo triennio 2020-2023, per ciascun grado di istruzione.

La fase propositiva dell’elaborazione del curricolo è una azione complessa per le scuole, che devono giungere a concepire un progetto di Educazione civica il più organico e coeso possibile, che si integri in maniera naturale e coerente all’interno del proprio Piano triennale dell’offerta formativa.

Per questi primi anni, in via sperimentale e in attesa che il Ministero dettagli gli obiettivi specifici di apprendimento per l’a.s. 2023/2024, le scuole procedono ad integrare il nuovo insegnamento nell’offerta formativa di Istituto attraverso una sinergica attività collegiale, coordinata eventualmente da un docente referente di Istituto, che sia in grado di far convergere all’interno di un unico insegnamento i risultati di scelte curriculari operate in maniera concomitante su due fronti diversi, nel rispetto delle competenze nel Profilo finale del primo ciclo e del secondo ciclo di istruzione indicate rispettivamente negli Allegati B e C delle Linee Guida:

  1. Mappatura delle competenze, conoscenze, abilità e atteggiamenti specifici per l’insegnamento dell’Educazione civica, elaborata in riferimento alle tematiche di legge, privilegiando e valorizzando quelle più coerenti con l’indirizzo di studio e il contesto territoriale della singola Istituzione scolastica;
  2. Integrazione dei traguardi, obiettivi specifici e risultati di apprendimento (a seconda degli ordini di scuola e indirizzi di studio) delle singole discipline con quelli definiti per l’Educazione civica.

Non si tratta, infatti, solo di individuare gli obiettivi specifici di apprendimento per l’Educazione civica. Bisogna procedere anche all’esplicitazione del potenziale contributo che ciascuna disciplina del curricolo può apportare al medesimo, definendo a livello dei Dipartimenti disciplinari le possibili integrazioni alle discipline, in relazione ai contenuti e agli obiettivi formativi del nuovo insegnamento che, pur presente come aggiuntivo, resta trasversale, ovvero permeabile agli apporti esterni delle altre materie attraverso processi di apprendimento basati sulle interconnessioni tra saperi curriculari ed extra-curriculari.

Per questa ragione, è importante considerare a pieno titolo, come parte integrante del curricolo, le attività e i progetti extra-scolastici, da elaborare anche attraverso la costituzione di reti di durata pluriennale con soggetti istituzionali esterni, con il mondo del volontariato e del Terzo settore, come raccomandato dalla legge.

In questa prospettiva, particolare rilievo va riservato al tema dell’educazione alla cittadinanza digitale, per le quali le Linee guida, agli Allegati B e C, indicano specifiche abilità e conoscenze su cui concentrare l’impegno professionale di tutti i docenti del Consiglio di classe e di eventuali contitolari della classe.

Spetta infine a ciascun Consiglio di classe procedere alla progettazione didattica annuale di Educazione civica, in riferimento agli obiettivi formativi individuati e secondo un approccio didattico-metodologico laboratoriale su compiti di realtà, nella prospettiva inter/pluridisciplinare più adeguata al perseguimento di obiettivi di apprendimento trasversale.

La programmazione di classe sarà organizzata in moduli didattici interdisciplinari e sviluppata secondo unità di apprendimento (UdA), volte allo sviluppo delle competenze che gli alunni dovrebbero acquisire. Per ogni UdA saranno indicati:

L’organizzazione didattica

Per la concreta realizzazione delle attività didattiche, le scuole possono avvalersi della quota del 20% dell’autonomia e di tutte le forme di flessibilità previste dall’autonomia didattica e di sperimentazione, fermo restando il rispetto del principio dell’invarianza dell’organico del personale scolastico, per il quale non è possibile l’utilizzo di risorse professionali esterne, evitando eccedenze di ore rispetto all’orario obbligatorio previsto dalle norme.

L’orario d’insegnamento scolastico

Il monte annuale previsto non può essere inferiore a 33 ore obbligatorie, in ogni classe e per ogni anno scolastico. Tali ore vanno definite all’interno del monte orario obbligatorio previsto dagli ordinamenti vigenti, senza la possibilità di incrementi di organico, né la sottrazione di ore al monte orario curriculare previsto per le singole discipline.

La distribuzione all’interno dell’orario scolastico, come anche la diversificazione del numero di ore da assegnare ad ogni tematica, è lasciata all’autonomia delle Istituzioni scolastiche, secondo le modalità organizzative deliberate dagli organi collegiali.

Le attività di insegnamento e i compiti di coordinamento didattico

Nella logica della trasversalità dell’insegnamento, l’organizzazione didattica poggia sui criteri della flessibilità, declinata nelle varie forme organizzative consentite dagli spazi di autonomia scolastica, e della collegialità, che si traduce nella forma di “contitolarità”, con il coinvolgimento, in via ordinaria, di uno o più docenti della classe a cui attribuire l’insegnamento, tra i quali sarà individuato un Coordinatore di Educazione civica da nominare per ogni classe.

Sul piano operativo i principi della contitolarità e del coordinamento delle attività prevedono una diversa applicazione tra il primo ciclo e il secondo ciclo di istruzione, secondo lo schema riportato in tabella 1.

I compiti di coordinamento, per i quali non è prevista una retribuzione specifica ma la possibilità di un compenso accessorio in sede di contrattazione di Istituto, sono esercitati in relazione alla progettazione didattica, al monitoraggio della programmazione e dello svolgimento delle attività, alla corretta documentazione dell’assolvimento della quota oraria annuale, fermo restando che resta in capo al Dirigente scolastico la responsabilità dell’effettiva attuazione e qualità della proposta curriculare obbligatoria e della verifica della sua coerenza con il PTOF (art. 2, comma 7 della Legge 92/2019).

La valutazione degli apprendimenti

Il processo valutativo va ricollocato nel quadro normativo che disciplina le valutazioni periodiche e finali nei diversi gradi di istruzione, ovvero il D.P.R. 22/06/2009, n. 122 per il II ciclo e il D.Lgs. 13/04/2017, n. 62 per il I ciclo, in coerenza con i criteri di valutazione deliberati dal Collegio dei docenti per le singole discipline che, già inseriti nel PTOF, devono essere riadattati in coerenza con le competenze indicate nella programmazione curriculare e didattica di Educazione civica.

Nonostante la pluralità delle discipline e dei docenti coinvolti, il voto numerico in decimi, da attribuire obbligatoriamente in sede di scrutinio per le valutazioni periodiche e finali, è unico e unitario, in quanto riassume in sé, attraverso la proposta del docente coordinatore, una gamma di “elementi conoscitivi” raccolti attraverso le rilevazioni sistematiche effettuate nel corso delle attività di classe e delle esperienze extra-curriculari di potenziamento e arricchimento dell’offerta formativa, la cui valenza educativa viene ritenuta coerente con lo sviluppo delle competenze di Educazione civica.

Anche sul piano docimologico, il nuovo insegnamento trasversale di Educazione civica impegna la professionalità docente in un processo di ricerca e sviluppo di nuovi approcci valutativi, idonei alla rilevazione di competenze complesse, risultanti dall’integrazione di hard skill, di natura cognitiva e tecnica da raggiungere attraverso processi formativi interni alle singole discipline e di soft skill, più rispondenti a paradigmi educativi che mettono al centro la crescita della persona e lo sviluppo della personalità.

In tabella 2 riassumiamo nel dettaglio i punti salienti delle modalità di valutazione previste.

In tutti i cicli di istruzione, infine, la valutazione di Educazione civica va considerata in stretta correlazione con quella del comportamento che, ai sensi dell’art. 2 del D.Lgs. 62/2017, concorre allo sviluppo delle competenze di cittadinanza, avendo come punti cardini lo Statuto delle studentesse e degli studenti, il Patto educativo di corresponsabilità e i Regolamenti approvati dalle Istituzioni scolastiche.

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