Sinergie di Scuola

Essere tutor dei docenti neo-assunti a.s. 2017/2018” è il titolo del Vademecum elaborato dall’USR per il Lazio dedicato a questa importante figura impegnata nella formazione dei docenti neo-immessi in ruolo.

Riportiamo in sintesi alcuni contenuti, rimandando alla lettura del documento soprattutto per l’analisi dettagliata delle varie fasi del percorso di tutoraggio.

Chi è il tutor

In ambito scolastico, il tutor è la figura esperta che offre al percorso di apprendimento/formazione uno specifico sostegno professionale e organizzativo.

Il tutor designato ad accogliere il docente nella comunità scolastica, ha la funzione di mentore, specialmente di quei docenti che per la prima volta si trovano ad affrontare la professione di insegnante.

Chi lo nomina

Il docente tutor è nominato dal Dirigente scolastico con il coinvolgimento del collegio docenti, sulla base di criteri condivisi. Il tutor appartiene generalmente alla stessa classe di concorso del neoassunto e possiede la relativa abilitazione.

Il docente individuato a svolgere il ruolo di tutor deve possedere adeguate competenze culturali, comprovate esperienze didattiche, organizzative e relazionali, attitudine a svolgere funzioni di accompagnamento del neoassunto nel suo percorso professionale, essere in grado di pianificare il suo intervento sulle reali esigenze del docente neoassunto.

Il Tutor inizia il suo percorso di affiancamento e supporto a partire dagli incontri propedeutici per la condivisione di informazioni e strumenti utili per la gestione delle diverse fasi del percorso formativo. Le attività svolte (progettazione, osservazione, documentazione, valutazione) possono essere attestate e riconosciute dal Dirigente scolastico come iniziativa di formazione tra quelle previste dall’art. 1, comma 124 della Legge 107/2015.

Compiti del tutor

Il tutor svolge tre funzioni principali nei confronti del docente neoassunto:

  • come istruttore, trasferisce informazioni;
  • come facilitatore, sostiene lo sviluppo di competenze specifiche;
  • come moderatore, favorisce la comunicazione e la condivisione nel gruppo docenti.

Competenze del tutor

Le principali competenze richieste al tutor possono essere sintetizzate in:

  • competenze di carattere metodologico-didattico, poiché come “istruttore” il tutor deve avere una notevole padronanza degli strumenti didattici e delle metodologie applicabili (in termini teorici ed esperienziali) proprio per riuscire a trasferire le proprie esperienze in modo semplice e graduale, adeguate al livello di crescita del docente. In questo senso le competenze di questo tipo non devono soltanto essere adeguate e trasferite rispetto all’insegnamento verso gli studenti, ma anche rispetto al docente neoassunto, che a sua volta ha modalità e meccanismi di apprendimento che devono essere compresi e valorizzati;
  • competenze di carattere organizzativo, poiché come “mediatore” il tutor deve essere in grado di comprendere come rendere efficace l’accoglienza e l’introduzione del docente nel contesto scolastico, dei cui meccanismi di funzionamento deve avere pertanto padronanza;
  • competenze di carattere relazionale, poiché come “facilitatore” deve essere in grado di comprendere e facilitare le dinamiche del gruppo insegnante ma anche porsi nei confronti del docente in modo da massimizzare l’abilitazione delle sue capacità di miglioramento professionale.

Nel fronte delle competenze di carattere relazionale, è evidente l’importanza di una competenza emotiva come l’empatia. Grazie a questa competenza emotiva è possibile entrare più facilmente in sintonia con la persona con la quale si interagisce, strumento base di una comunicazione interpersonale efficace.

Formazione del tutor

Al tutor viene richiesto di seguire dei percorsi formativi per allineare le competenze rispetto al profilo necessario.

Questi momenti di formazione sono organizzati da più enti: alcuni organizzati dal proprio ambito di appartenenza, altri organizzati dagli USR di competenza, come nell’anno scolastico corrente, in cui è stata attivata una collaborazione tra strutture universitarie ed enti accreditati.

Le attività di formazione rivolte ai docenti tutor sono state finalizzate all’acquisizione della conoscenza di strumenti operativi e di metodologie di supervisione professionale (criteri di osservazione in classe, peer review, documentazione didattica, counseling professionale ecc).

Il tutor, inoltre, laddove previsto, può partecipare, insieme al docente neoassunto, all’incontro propedeutico organizzato dall’Istituzione scolastica Polo per la formazione di Ambito Territoriale in raccordo con le indicazioni dello staff regionale per la formazione, per condividere informazioni e strumenti. Queste attività di formazione non costituiscono, ad oggi, un prerequisito per lo svolgimento della funzione di tutor.

Le fasi del percorso di tutoraggio

Le attività in cui è coinvolto il tutor, dopo la fase preliminare formativa, seguono un percorso ben definito dalla normativa, che può essere così riassunto:

  1. bilancio iniziale delle competenze – il tutor supporta il docente neoassunto nell’identificazione dei punti di forza e di debolezza, anche rispetto al quadro delle competenze richieste dai modelli didattici innovativi, correlando le esperienze maturate in precedenti ambiti professionali e personali, per fare il punto sulle competenze possedute e su quelle da potenziare;
  2. stipula del patto formativo – il Dirigente scolastico, il docente e il tutor stipulano un Patto per lo sviluppo professionale del docente neoassunto, in base al bilancio delle competenze iniziali definito e ai bisogni della scuola. Il patto costituisce il programma di formazione per il docente nell’anno di prova;
  3. programmazione ed effettuazione delle attività di osservazione peer-to-peer – il tutor e il docente condividono la progettazione delle attività di osservazione peer-to-peer, a partire dal terzo mese di servizio, che consistono in:
    • osservazione del tutor nella classe del docente neoassunto;
    • osservazione del neoassunto nella classe del tutor;
    e che prevedono attività in itinere di verifica dell’esperienza (12 ore);
  4. bilancio finale delle competenze – il tutor supervisiona la compilazione del bilancio finale delle competenze del docente, supportandolo anche nell’identificazione delle aree di miglioramento;
  5. incontro di valutazione conclusivo – il tutor presenta al Comitato di Valutazione i risultati delle attività didattiche e formative predisposte e svolte dal docente e della sua partecipazione alla vita della scuola.

Modulistica

Il documento riporta anche alcuni esempi di modelli utili alla raccolta di dati di osservazione o di strumenti per certificare lo svolgimento delle diverse attività previste.

In particolare:

  • una griglia di osservazione del docente tutor nella classe del docente neoassunto che rappresenta uno strumento per guidare l’osservazione di pratiche didattiche e può essere utilizzata per registrare annotazioni e considerazioni durante la partecipazione alle attività didattiche in aula, in laboratorio, in altri spazi dedicati all’apprendimento e costituire una traccia di appunti per una riflessione costruttiva e bilaterale tra tutor e docente neoassunto;
  • una griglia di osservazione del docente di sostegno in anno di formazione;
  • il registro dell’attività di peer-to-peer da compilare in collaborazione tra tutor e docente in formazione.

La cura della documentazione, relativa alle attività previste dall’intero percorso del docente in anno di formazione, è fondamentale per la presentazione del dossier finale al comitato di valutazione.

Pertanto moduli e/o griglie di raccolta dei dati osservati, modelli di schema-guida per la pianificazione delle attività sono necessari, non solo, ai fini dell’attestazione delle attività stesse, ma anche ad agevolare la redazione del dossier finale.

Altri esempi di moduli di raccolta sono reperibili ai seguenti link:

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