Sinergie di Scuola

Un lungo, complesso, indomito, concorso per Dirigenti scolastici che viaggia, prima in parallelo, poi destinato ad incrociarvisi, con il nascente Sistema Nazionale di Valutazione. Due strade che partono da lontano e che possono avviare profondi cambiamenti nel mondo della scuola dei prossimi anni. Vediamo come e perché.

Del concorso per Dirigenti, che ha preso il via nell’estate del 2011, si è parlato tanto e si continua a parlare, in tutte le sedi, da quelle scolastiche a quelle dei tribunali. Un evento indubbiamente importante, che ha messo ancora una volta bene in luce bizantinismi e sofismi del nostro sistema per selezionare il merito.

A buon conto, lo scorso primo settembre, in tutta Italia circa 850 nuovi Dirigenti sono stati assunti negli Istituti Scolastici del primo o del secondo ciclo. A loro, nell’anno scolastico in essere, tocca un complesso percorso di formazione e tirocinio, che questa volta assume contorni ben diversi dal passato. Contorni e contenuti che vanno nella direzione di sperimentare, nel primo gradino (quello che riguarda i singoli Istituti), proprio il nascente Sistema Nazionale di Valutazione. Dunque ecco il binomio che andrà a comporsi: Dirigenti – SNV; ovvero, autovalutazione delle scuole.

Un cenno al Sistema Nazionale di Valutazione

Il 25 agosto scorso il Consiglio dei Ministri ha approvato lo Schema di Regolamento sul Sistema Nazionale di Valutazione in materia di istruzione e formazione, che sta espletando tutto l’iter per diventare DPR e attua l’art. 2 comma c. 4-noviesdecies della Legge n. 10 del 26 febbraio 2011 (“Milleproroghe”). Il milleproroghe individuava appunto il Sistema Nazionale di Valutazione articolandolo in:

  1. Istituto nazionale di documentazione, innovazione e ricerca educativa (Indire), con compiti di sostegno ai processi di miglioramento e innovazione educativa, di formazione in servizio del personale della scuola e di documentazione e ricerca didattica;
  2. Istituto nazionale per la valutazione del sistema di istruzione e formazione (Invalsi), con compiti di predisposizione di prove di valutazione degli apprendimenti per le scuole di ogni ordine e grado, di partecipazione alle indagini internazionali, oltre alla prosecuzione delle indagini nazionali periodiche sugli standard nazionali;
  3. corpo ispettivo, autonomo e indipendente, con il compito di valutare le scuole e i Dirigenti scolastici (riferimenti alla Legge n. 150 del 2009).

La valutazione delle istituzioni scolastiche è stata pensata come articolata in più fasi:

  1. auto-valutazione: analisi e verifica del proprio servizio sulla base degli elementi disponibili, delle rilevazioni sugli apprendimenti effettuate dall’Invalsi, oltre ulteriori elementi significativi integrati dalla stessa scuola; studiata bene la dimensione della scuola, verrà elaborato uno schema di autovalutazione secondo le indicazioni prodotte dall’Invalsi, formulando per l’istituzione scolastica un piano di miglioramento;
  2. valutazione esterna: la premessa è l’individuare cosa e come porre a valutazione tramite gli indicatori dell’Invalsi; si giunge alle visite dei nuclei valutativi, vengono rivisti i piani di miglioramento in base alle osservazioni prodotte;
  3. piani di miglioramento: saranno stilati anche con la formazione-sostegno dell’Indire.

Ma, in tutto il processo, davvero centrale è il compito riservato all’Invalsi che, secondo l’art. 3 della bozza di Regolamento sul SNV:

a) assicura il coordinamento funzionale dell’SNV;
b) propone i protocolli di valutazione e il programma delle visite alle istituzioni scolastiche e formative da parte dei nuclei di valutazione esterna, di cui all’articolo 6;
c) definisce gli indicatori di efficienza e di efficacia in base ai quali l’SNV individua le istituzioni scolastiche e formative che necessitano di supporto e da sottoporre prioritariamente a valutazione esterna;
d) mette a disposizione delle singole istituzioni scolastiche e formative strumenti per la realizzazione delle azioni di cui all’articolo 6, comma 1;
e) definisce gli indicatori per la valutazione dei Dirigenti scolastici;
f) cura la selezione, la formazione e l’inserimento in un apposito elenco degli esperti dei nuclei per la valutazione esterna di cui all’articolo 6, comma 3, nell’ambito delle risorse umane, finanziarie e strumentali disponibili a legislazione vigente. A tal fine, con propria deliberazione stabilisce, entro 60 giorni dall’entrata in vigore del presente decreto, le modalità di costituzione, accesso e gestione di detto elenco. Cura altresì la formazione degli ispettori che partecipano ai citati nuclei;
g) redige un periodico rapporto sul sistema scolastico e formativo tale da consentire anche una comparazione su base internazionale;
h) partecipa alle indagini internazionali e alle altre iniziative in materia di valutazione, in rappresentanza dell’Italia.

Proprio in avvio di tutto questo percorso si innesta la formazione dei circa 850 Dirigenti scolastici neo-assunti, chiamati dunque, per primi, all’autovalutazione dei loro Istituti e a sperimentare il nascente Sistema Nazionale di Valutazione.

Un intreccio a doppio binario perché, come ben spiega una nota dell’Indire pubblicata nel proprio sito, «alla valutazione dell’istituzione scolastica si affiancherà quella del Dirigente scolastico, che prende in esame le aree di miglioramento organizzativo e gestionale direttamente rapportabili alle competenze di questa figura». Pertanto vi è un inevitabile «intreccio tra la valutazione del Dirigente e l’azione complessiva della scuola verso il miglioramento», il tutto rimarcato dal fatto che i piani di miglioramento verranno inviati anche al Direttore Regionale che ne terrà conto nel fissare gli obiettivi del DS indicati nel suo incarico.

Per dirla con parole semplici: l’anno di prova dei Dirigenti neo-assunti diventa il primo step auto-valutativo dei loro istituti, ma anche la premessa per il futuro miglioramento che, a sua volta, diverrà il parametro fondante della prossima valutazione dei Dirigenti stessi.

Dunque non si può certo dire che siamo di fronte ad un anno di formazione-tirocinio “normale” per i DS neo-assunti. Quest’anno di formazione-tirocinio è la premessa di una svolta per la scuola italiana.


Il progetto di formazione dei nuovi Dirigenti

Il Miur ha spiegato come si snoderà il percorso formativo dei DS neo-assunti. Un percorso di 75 ore, partito il 4 ottobre a Roma con una fase nazionale sul tema della «leadership educativa (intesa come capacità di gestire le risorse umane e finanziarie), dell’attenzione ai dati e dell’orientamento ai risultati».

A questa fase seguiranno due seminari interregionali e le attività della fase regionale, definite dagli USR di appartenenza. I seminari interregionali avranno lo scopo di fornire ai Dirigenti scolastici e ai referenti degli USR gli strumenti di lavoro comuni su tutto il territorio nazionale. In particolare, «un format sul rapporto di autovalutazione, un set di obiettivi, di indicatori e target di riferimento e un modello di piano di miglioramento». I dirigenti neo-assunti verranno suddividi per macroregioni. Il primo seminario si terrà entro dicembre, il secondo entro maggio.

Per quanto riguarda, invece, le attività regionali ogni USR le organizzerà autonomamente. Vi è poi un pacchetto di 20 ore di formazione a distanza gestito dall’Indire, con classi virtuali formate al massimo da 25 Dirigenti neo-assunti seguiti da un e-tutor. Attraverso la piattaforma Indire i Dirigenti avranno a disposizione una notevole mole di informazioni e dati che potranno usare successivamente nei piani di analisi e miglioramento della loro istituzione scolastica. Il neo-dirigente sarà poi affiancato da un mentor, che è compito dell’Usr individuare, e avrà, passo dopo passo, una formazione misurata in una sorta di portfolio informatico.

Una complessa fase di formazione…

Qual è l’obiettivo dell’anno di formazione e tirocinio?

È un obiettivo fondante che, come si diceva, va ad innestarsi nell’imminente avvio del Sistema Nazionale di Valutazione: «Concluse le attività – spiega il Miur – i corsisti provvederanno alla redazione di una relazione scritta nella forma di un rapporto di autovalutazione sulla loro scuola che diverrà il punto di partenza per impostare il piano di miglioramento e di qualificazione dell’offerta formativa».

Dunque l’anno di formazione e tirocinio per i DS neo-assunti diventa un rapporto di autovalutazione della propria scuola, premessa per innestare un percorso di miglioramento. È la fase uno, come si rimarcava, del nascente Sistema Nazionale di Valutazione.


Fase regionale

Scendendo in alcuni dettagli, particolarmente centrale appare lo sviluppo regionale della formazione. Nell’allegato tecnico al Documento che detta le basi di riferimento per la loro formazione, in effetti, si rimarca molto sul ruolo di questo step formativo, cui viene affidato il compito di:

  • definire il contratto formativo con i nuovi DS;
  • presentare l’intero percorso di formazione nella sua articolazione d’insieme: attività in presenza, a distanza, tirocinio, portfolio;
  • assegnare precisi ruoli ai mentor;
  • affidare gli strumenti di lavoro in ambito USR;
  • avviare i contatti con i riferimenti territoriali e regionali;
  • attivare le partnership;
  • sviluppare i temi fondativi per la dirigenza scolastica.

In particolare, spiega l’allegato tecnico, si andranno a codificare, in sede regionale:

  • competenze di progettazione sui nuovi bisogni formativi e sulla differenziazione dell’offerta;
  • competenze di tipo relazionale con un’accresciuta consapevolezza dell’importanza della gestione e della promozione delle risorse umane;
  • competenze di lettura dei contesti di riferimento in una dimensione di governance e di sussidiarietà con il territorio e le risorse presenti;
  • competenze di pianificazione e gestione per accompagnare realisticamente i processi di cambiamento con le risorse a disposizione con attenzione alla gestione economica e finanziaria;
  • competenze rinnovate di tipo giuridico che vadano oltre la stretta legislazione scolastica;
  • competenze di uso dei dati in una dimensione di autovalutazione, valutazione, miglioramento e rendicontazione.

La piattaforma Indire

Secondo pilastro dell’anno di formazione, la grande piattaforma Indire che ruoterà attorno a quattro aree ineludibili:

  1. un’area nazionale che mette a disposizione gli strumenti e i materiali per la formazione on-line dei DS neoassunti:
    • banca dati normativa e giurisprudenziale sul mondo della scuola;
    • materiali opzionali di studio e approfondimento sulle principali aree tematiche della formazione;
    • calendario di eventi in video streaming realizzati con un software per l’audio-video conferenza;
    • forum tematici con esperti di rilevanza nazionale e internazionale;
    • gruppi di lavoro riservati ai tutor e ai DS corsisti di ogni singola regione. L’attività di lavoro online avverrà all’interno di classi virtuali composte da un massimo di 25 corsisti e che utilizzano gli strumenti di comunicazione sincrona e asincrona offerti dall’ambiente Edulab (bacheca, forum, chat testuale, calendario, area di condivisione materiali, blog, wiki);
  2. un’area riservata al mentor(formazione e creazione di una community di mentor). L’area conterrà secondo l’allegato tecnico approntato dal Miur:
    • le linee guida metodologiche per l’attività di mentor;
    • un Forum di supporto per i mentor con esperti metodologici;
  3. un’area regionale di gestione on-line e locale del tirocinio e della formazione. I Forum regionali sono dedicati alle attività di contatto e coordinamento tra USR, DS neoassunti e mentor;
  4. un’area personale per ogni DS in formazione; in essa saranno presenti:
    • il Portfolio, secondo il modello fornito;
    • l’Agenda, ovvero il registro di tutte le attività svolte dal corsista. «Qui – spiega l’allegato tecnico – accederanno i vari soggetti responsabili delle attività (tutor, direttore del corsi d’aula, mentor) che registreranno le ore effettuate in modo da rendere verificabile, in ogni momento, lo stato di avanzamento delle attività di formazione previste».

Il mentor

Infine nella formazione dei Dirigenti neo-assunti sarà particolarmente significativa e vicina la figura del mentor, scelto tra Dirigenti dalle spiccate e riconosciute doti di facilitatori.

Il mentor, nel piano annuale di formazione in atto, secondo il citato allegato tecnico (documento base di riferimento per la formazione dei Dirigenti scolastici, in particolare nell’allegato n. 3), dovrà essere:

  • facilitatore delle dinamiche individuali e di gruppo;
  • guida del processo di apprendimento individuale e di gruppo;
  • orientatore nel percorso formativo del singolo e del gruppo;
  • agevolatore dei rapporti con i soggetti, le esperienze, gli “oggetti” formativi e professionali incontrati nel percorso formativo;
  • esperto sul campo professionale.

Il mentor, pertanto, per gli 850 nuovi dirigenti sarà chiamato a:

  • inserirsi nei processi di formazione guidando e accompagnando i corsisti;
  • garantire una presenza stabile e un punto di riferimento costante per i partecipanti;
  • orientare e supportare i neo-DS verso la progressiva assunzione di una condotta professionale autonoma e responsabile, nell’orizzonte di un crescente consolidamento dell’identità di ruolo;
  • orientare e supportare i neo-DS al lavoro di rete e al riferimento attivo e propositivo alla comunità professionale.

Opportunità

Un tour de force per i Dirigenti neo-assunti, già indubbiamente alle prese con le cogenti novità del nuovo incarico. Una fatica che tuttavia può diventare lo spunto per conoscere meglio il proprio Istituto, partendo ad esempio dai dati delle prove Invalsi, dal numero di iscritti negli anni, dal ri-conoscere fino in fondo tipologie di progetti e rapporti sottesi e in essere nelle reti territoriali.

Può essere l’occasione per entrare nelle viscere del proprio istituto, pattuito non si voglia fare tutto ciò in solitudine ma operando in team, coinvolgendo pertanto tutte le componenti della scuola. E qui si apre la seconda possibilità offerta dalla formazione: attivare le reti interne, mettere in campo le sinergie di cui la scuola, magari fino a ieri inconsapevolmente, disponeva.

Infine il progetto di formazione-tirocinio per i neo-DS diventa l’opportunità per gettare le basi di un piano di miglioramento dell’Istituto dove prestano servizio, individuando i settori più critici nei quali intervenire e quelli vitali che abbisognano di ripensamenti. Sempre non in solitudine, ma agendo sinergicamente con tutti e tra tutti.

Infine il progetto VALeS

L’anno di formazione-tirocinio per i nuovi Dirigenti si affiancherà così anche al VALeS, un progetto di miglioramento che da qualche mese coinvolge circa 300 scuole in tutto il Paese alla ricerca di idee e modelli interni di miglioramento condiviso.

Nell’ambito di questo progetto, entro gennaio 2013, le scuole svolgeranno attività auto-valutative, elaborando un proprio rapporto di analisi e, attorno a maggio 2013, saranno stesi, dopo la visita di un team esterno, i piani di miglioramento da sviluppare nell’anno scolastico seguente.

Il progetto VaLeS e l’anno di formazione-tirocinio dei Dirigenti neo-assunti, di fatto, accompagnano la nascita del nuovo sistema Nazionale di Valutazione. Una vera rivoluzione copernicana per il nostro mondo di banchi e lavagne, di cui ancora pochi, forse, colgono la portata vera.

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