Sinergie di Scuola

Il Project Work rappresenta una delle tre possibili modalità di implementazione dei percorsi didattici di alternanza scuola-lavoro. Le altre due forme di alternanza ammissibili sono l’Impresa Formativa Simulata e l’alternanza con stage/tirocinio. Questo affermano la Legge 107/2015 e i decreti attuativi conseguenti ad essa.

A dire il vero, focalizzando l’attenzione sugli aspetti orientativi e di cambiamento metodologico dell’alternanza, si potrebbero trovare altre forme di realizzazione e di progettazione afferenti all’alternanza. Ma questa non vuole essere né una classificazione delle modalità possibili, né una disquisizione sui termini; anche se non posso esimermi dall’osservare che il termine “alternanza”, seppur vagamente evocativo del concetto sotteso, sia quanto mai ambiguo e poco appropriato.

Project Work (PW) o progetto assistito

Il PW è una sorta di consulenza che persone con più conoscenze ed esperienze forniscono ad un gruppo di lavoro al fine di raggiungere gli obiettivi prefissati. I consulenti possono essere esterni all’ambito scolastico, realizzando così l’interazione con il mondo esterno alla scuola che costituisce uno degli obiettivi basilari della metodologia dell’alternanza. Ma i consulenti possono essere anche gli insegnanti (non necessariamente della stessa classe/gruppo che sviluppa il progetto) o allievi dotati di un proprio bagaglio di conoscenze, per esperienze maturate al di fuori dei percorsi scolastici comuni ai compagni di classe.

L’esperienza maturata dai consulenti è quindi il punto da cui partire con un gruppo-classe per lo sviluppo di un progetto.

Il punto di arrivo di un PW, il prodotto, è la realizzazione di un programma coordinato di azione per ottenere risultati intellettuali o fisicamente tangibili, oppure la proposta circostanziata di un intervento sistemico nell’ambito in cui si opera (per esempio il miglioramento degli spazi della scuola, della struttura della biblioteca o dei laboratori).

I PW possono essere strumenti di:

  • problem finding: progetti di ricerca per conoscere situazioni e problemi non sollevati dai normali curricula scolastici;
  • problem solving: progetti di miglioramento, per trovare soluzioni e discrepanze in ambiti nei quali si avverte la necessità di cambiamento, miglioramento;
  • problem developing: progetti di sviluppo, per introdurre cambiamento e innovazione, realizzando intenzioni.

Il PW mette in gioco l’insegnante, permettendo di riconoscere la necessità di trasformazione del proprio ruolo, dovendo “insegnare” in modo da fare acquisire competenze di entrepreneurship, mutando le idee e le intenzioni in azioni, avendo cura di attivare capacità di valutazione del rischio e mettendo in gioco la creatività che porta all’innovazione.

Il vero scopo del PW, in un’ottica di apprendimento che abbia un valore “prospettico” (come chiarirò più avanti) è il miglioramento del funzionamento di un sistema, nel caso dell’alternanza: un sistema di apprendimento che costruisca le conoscenze e le competenze partendo da esperienze profonde maturate dai consulenti.

L’alternanza non può mai ridursi ad essere semplicemente un’esperienza lavorativa; deve essere metodologia didattica basata sul processo d’insegnamento/apprendimento agito in contesto lavorativo e, come metodologia didattica, trae origini dalla Backward Analisys (analisi a ritroso) di Higgins e Mc Tighe.

Secondo l’impianto metodologico della progettazione a ritroso, quando ci si pone il problema di valutare con riferimento alla propria disciplina, bisogna iniziare con la domanda: “cosa possiamo accettare come evidenza che lo studente ha raggiunto la comprensione e l’apprendimento?”

È il modo di pensare del valutatore, che deve porsi il problema di valutare l’evidenza dell’apprendimento.

Insegnare avendo presente cosa si vuole valutare aiuta a definire in modo netto i target di insegnamento e apprendimento, sicché anche gli studenti rendono performance migliori conoscendo l’obiettivo che devono raggiungere.

Gli items di valutazione

Gli items di valutazione vanno strutturati secondo la logica delle “rubriche”, ovvero con una graduazione della valutazione dell’esecuzione del compito che va dall’ottimo al non eseguito; e possono essere identificati secondo una graduazione di complessità e completezza, come di seguito esposto:

  • Spiegare: dare una descrizione completa e argomentata di fenomeni, fatti, idee. Perché è così? Cosa spiega questi eventi? Cosa giustifica un tale effetto? Come possiamo provarlo? A cosa si collega? Cosa è implicato? Come funziona?
  • Interpretare: raccontare storie significative per spiegare il significato delle cose, offrire traduzioni appropriate dei fatti mostrandone i significati nascosti, fornire una significativa dimensione storica o personale a idee ed eventi e renderla personale o accessibile attraverso immagini, aneddoti, analogie e modelli. Cosa significa? Perché è importante? E con ciò? Cosa illustra o illumina dell’esperienza umana? In che modo ha a che fare con me? Cosa ha senso?
  • Applicare: usare efficacemente e adattare ciò che sappiamo a una diversità di contesti. Come e dove posso usare queste conoscenze, quest’abilità o questo processo? In quali modi le persone applicano questa comprensione nel mondo fuori della scuola? Come dovrei modificare il mio modo di pensare e il mio agire per rispondere alle esigenze di questa particolare situazione?
  • Avere prospettiva: vedere e sentire i punti di vista attraverso occhi e orecchi critici; vedere il quadro generale. Da quale punto di vista? Da quale angolatura? Cosa c’è di supposto e di implicito che necessita di essere considerato e reso esplicito? Cosa è giustificato o attestato? È ragionevole? Quali sono i punti di forza o di debolezza di questa idea? È plausibile? Quali sono i suoi limiti? E allora?
  • Empatizzare: trovare valore in ciò che altri possono trovare strano, lontano o non plausibile; percepire in modo sensibile a partire da esperienze dirette precedenti. È la capacità di entrare nei sentimenti e nella visione del mondo di un’altra persona. Come sembra a te? Cosa vedono che io non vedo? Cosa ho bisogno di sperimentare se voglio comprendere? Cosa l’artista o l’attore sente e vede e vuole farmi percepire e vedere?

La progettazione

La progettazione con analisi a ritroso suggerisce una pianificazione delle attività – e del curriculum didattico – secondo la seguente sequenza:

Pianificazione delle attività

Per «identificare i risultati desiderati», cosa deve conoscere, capire ed essere in grado di fare lo studente? Wiggins e McTighe indicano di stabilire priorità nel curriculum:

  • apprendimenti persistenti che devono essere interiorizzati sino a perdurare nel modo di pensare ed agire dello studente;
  • apprendimenti importanti per conoscere e per fare;
  • apprendimenti che meritano una certa familiarità.

Schema degli apprendimenti

Una maggiore coerenza tra i risultati desiderati, le performance-chiave richieste, unite a rigore nel mettere in atto un’esperienza sinergica di insegnamento/apprendimento, conduce a quanto atteso: la migliore prestazione dello studente.

Ma cosa bisogna tener presente per valutare le prestazioni che rivelano le competenze?

Linea ordinata dei metodi di misurazione degli apprendimenti

I controlli valutativi non possono prescindere dalla condivisione dei compiti. Il PW deve basarsi sulla distribuzione di compiti e obiettivi fra gli studenti per favorire la motivazione all’apprendimento di tutti gli studenti, secondo le loro caratteristiche, in modo che ricevano soddisfazione nello svolgimento del compito assegnato.

Il compito del docente è quello di supervisore, consulente, amministratore del team di lavoro.

Il PW deve essere calato nella classe con una condivisione del tema e degli obiettivi, in modo di raggiungere la mobilitazione delle conoscenze pregresse e di stimolare curiosità e pensiero indipendente.

Per realizzare il PW sono richieste due cose:

  • una breve sintesi descrittiva delle ricerche who, where, when, what (chi, dove, quando, come);
  • una dettagliata analisi critica di come procedere dal punto di vista metodologico (elementi positivi, punti deboli, aspetti che potevano essere sviluppati meglio o diversamente...).

Passi fondamentali del PW

In sintesi sono:

  • ricercare, informarsi, tenendo presenti l’analisi dettagliata e la sintesi utile agli obiettivi;
  • scrivere un abstract del progetto che chiarisca a tutti cosa si sta facendo;
  • dettagliare gli obiettivi, siano essi di realizzazione di prodotti che di ricerca;
  • trovare i partners (consulenti, Enti esterni, insegnanti della stessa classe o di altre) che possono essere interessati a collaborare sulla base dell’abstract e degli obiettivi;
  • determinare una strategia di realizzazione Project Plan;
  • condividere, comunicando, quel che si progetta di fare, sia dentro la scuola che fuori;
  • fare un’analisi dei rischi e delle opportunità (anche con l’intervento di manager di azienda o docenti esterni, compresi gli universitari);
  • individuare le attività per raggiungere gli obiettivi e renderle ben note a tutti (scritte!);
  • suddividere le attività in fasi di lavoro ben definite nella loro sequenzialità e nella loro temporizzazione;
  • distribuire (con discussione in classe) le attività, eventualmente suddividendole in porzioni di attività (compiti) a singoli studenti o gruppi, definendo in modo preciso il responsabile del compito;
  • strutturare la classe in modo di avere dei coordinatori di ogni attività complessa (pacchetto di attività semplici); ogni singolo coordinatore deve saper sintetizzare il lavoro del proprio gruppo per interfacciarsi con gli altri gruppi, avendo cura di esporre in modo chiaro, anche con mezzi multimediali, l’input e l’output dell’attività complessa di cui è coordinatore, esplicitando anche il processo messo in atto dal proprio gruppo per arrivare all’output;
  • individuare un coordinatore generale che sia responsabile del rispetto dei tempi di realizzazione dei compiti e che sappia sintetizzare il progetto chiaramente, con l’uso di strumenti multimediali;
  • far valutare esternamente (anche all’interno del proprio Istituto, ma non nel gruppo di progetto) ogni risultato che comporti il passaggio ad una nuova fase di progetto, che costituisca uno snodo progettuale;
  • far valutare esternamente i prodotti finali e apportare eventuali modifiche, in base alle critiche ricevute;
  • rendere pubblico il progetto con presentazioni multimediali e/o in presenza, anche per riconfermare la motivazione degli studenti che hanno lavorato.

Il PW deve quindi mirare a fornire agli studenti l’opportunità di fare sintesi delle conoscenze delle diverse aree di apprendimento, applicandosi con creatività in un “compito autentico”.

Il processo attivato con il PW migliora le conoscenze disciplinari degli studenti oltre a consentire l’acquisizione di competenze di collaborazione in gruppo, comunicazione e apprendimento autonomo.

Prepara inoltre gli studenti a lavorare per progetti, come è richiesto ormai ovunque e come è necessario nel mondo del Lifelong Learning.

Per sintetizzare in uno schema l’impegno di tempo e la sequenza delle azioni nella programmazione di un PW che realizzi un percorso di alternanza scuola-lavoro, si veda il flow-chart.

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