Sinergie di Scuola

La pandemia ha costretto il nostro Paese, soprattutto chi lo governa, a ripensare e cercare di disegnare un nuovo modello educativo e formativo per la scuola.

Questa nuova consapevolezza della valenza strategica della formazione dei nostri giovani ha permesso di investire tante risorse per rilanciare il sistema educativo, e tanto altro si dovrà fare nei prossimi anni.

L’attuazione dei tanti progetti di riforma e investimento del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) impegneranno il Ministero e la Pubblica Amministrazione a trovare un sistema di governance che favorisca il confronto e la condivisione tra decisore politico, amministrazione e l’intera comunità scolastica.

Cercheremo quindi di prendere in esame le norme, gli atti di indirizzo e i protocolli d’intesa che in questi ultimi mesi hanno interessato la scuola e che hanno già prodotto un cambiamento, e le tante cose che ancora devono essere fatte nell’anno 2021/2022 e oltre.

L’Atto di Indirizzo e il Patto per la Scuola

Il 17 settembre il Ministro dell’Istruzione Bianchi ha divulgato l’Atto di Indirizzo politico-istituzionale per l’anno 2022, che orienterà le priorità della politica scolastica anche per il triennio 2022-2024.

Queste priorità sono declinate in specifiche linee d’azione che sintetizziamo in tabella.

In precedenza, nel maggio scorso il Ministro e i Segretari Generali di Cgil, Cisl e Uil avevano siglato il “Patto per la Scuola al centro del Paese”, che puntava su molteplici obiettivi da perseguire comuni anche all’Atto di Indirizzo del Ministro. Fra questi, i più significativi per la ripresa dell’anno scolastico in efficienza e sicurezza sono:

  • Garantire un’efficace programmazione e gestione dell’offerta formativa delle Istituzioni scolastiche autonome attraverso nuove procedure di reclutamento finalizzate ad assicurare la presenza di ogni figura professionale prevista dall’organico il primo settembre di ogni anno, per superare la difficoltà della ripresa annuale delle attività scolastiche, determinata dal numero di posti di personale dirigente, docente e ATA, DSGA e personale educativo non coperto dal personale di ruolo.
  • Rendere le procedure per il reclutamento del personale scolastico regolari, per la selezione delle migliori competenze, perseguendo l’obiettivo di non alimentare il precariato anche tramite procedure semplificate e valorizzando la formazione del personale.
  • Garantire la sicurezza degli ambienti scolastici in relazione all’evolversi della pandemia e con riferimento all’efficientamento energetico e sismico delle scuole, anche con un ampio intervento di riqualificazione del patrimonio edilizio dedicato alle attività di istruzione, nell’ambito delle iniziative indicate nel PNRR.
  • Definire, anche attraverso le risorse disponibili per la contrattazione, provvedimenti finalizzati all’innalzamento dei livelli di istruzione volti a contrastare gli abbandoni e la dispersione scolastica e per aumentare l’inclusività, per il rafforzamento dell’offerta formativa delle scuole in raccordo con i territori e per sviluppare percorsi didattici individualizzati per tutti gli studenti, attraverso un utilizzo più efficace delle risorse.
  • Assicurare la continuità didattica tramite una programmazione pluriennale degli organici.
  • Potenziare la formazione iniziale dei docenti della scuola secondaria, anche basandola su un modello formativo strutturato e integrato tra le Università e le scuole, idoneo a sviluppare coerentemente le competenze necessarie per l’esercizio della professione.
  • Definire un sistema strutturato di formazione continua, in coerenza con quanto previsto nel Patto per l’innovazione del lavoro pubblico e la coesione sociale, con riferimento alle metodologie didattiche innovative e alle competenze linguistiche e digitali, nell’ambito delle prerogative degli organi di autogoverno delle scuole, per i quali sarà avviato un processo riformatore volto a definirne le competenze e coordinarle con quelle dei Dirigenti scolastici, nell’ambito delle prerogative degli OO.CC., garantendo la libertà di insegnamento.
  • Programmare percorsi formativi per dirigenti in relazione alle metodologie di direzione, coordinamento e di supporto alla progettazione didattica, gestionale e amministrativa.
  • Programmare percorsi formativi per il reclutamento e la formazione degli ATA, anche neoassunti.
  • Prevedere efficaci politiche salariali per la valorizzazione del personale dirigente, docente e ATA, con il prossimo rinnovo del contratto, tramite le risorse di cui al Patto per l’innovazione del lavoro pubblico e la coesione sociale.

L’obbligo del Green pass

L’inizio dell’a.s. 2021/2022 in presenza ha segnalato, nonostante alcune delle raccomandazioni del protocollo siano state recepite, i soliti disservizi in termini di carenza di organico.

Effettivamente alcune cose significative sono state fatte e fra tutte, per la ripresa in sicurezza della scuola in presenza, l’adozione del Green pass per tutto il personale e per chiunque entri negli Istituti.

Infatti, l’art. 9-ter del Decreto-Legge 22/04/2021, n. 52 – inserito dall’art. 1, comma 6 del Decreto-Legge 111/2021, così come modificato dalla Legge di conversione 24/09/2021, n. 133 – sino al 31 dicembre 2021, attuale termine di cessazione dello stato di emergenza, ha introdotto per «tutto il personale scolastico del sistema nazionale di istruzione» l’obbligo del possesso e il dovere di esibizione a scuola della certificazione verde e, per i Dirigenti scolastici, quello corrispondente di verifica.

Il Decreto-Legge 10/09/2021, n. 122, ha poi esteso l’obbligo della certificazione verde al personale dei servizi educativi per l’infanzia, dei centri provinciali per l’istruzione degli adulti (CPIA), dei sistemi regionali di Istruzione e Formazione Professionale (IeFP), dei sistemi regionali che realizzano i percorsi di Istruzione e Formazione Tecnica Superiore (IFTS) e degli Istituti Tecnici Superiori (ITS).

Il Decreto-Legge 111/2021, convertito in Legge 133/2021, ha definito inoltre le conseguenze connesse al mancato possesso e esibizione della certificazione verde Covid-19 da parte del personale scolastico che, a seguito di ciò, non può permanere a scuola né svolgere le funzioni proprie del profilo professionale. L’art. 9-ter, comma 2 stabilisce che «il mancato rispetto delle disposizioni [...] da parte del personale […] è considerato assenza ingiustificata e non sono corrisposti la retribuzione né altro compenso o emolumento, comunque denominato. A decorrere dal quinto giorno di assenza ingiustificata il rapporto di lavoro è sospeso. La sospensione del rapporto di lavoro è disposta dai Dirigenti scolastici […]».

La sospensione dal servizio non è qualificabile come sanzione disciplinare ed è prevista dalla norma. Il decreto che la commina è “atto dovuto” per il Dirigente scolastico. La comunicazione di esito negativo della verifica, invece, non è né prevista, né dovuta ed è eventualmente da inviarsi a mezzo mail, senza particolari ritualità, al solo fine di segnalare al destinatario l’assenza ingiustificata.

Rientro in presenza per i dipendenti pubblici

A decorrere dal 15 ottobre 2021, la modalità ordinaria di svolgimento della prestazione lavorativa nelle pubbliche amministrazioni è soltanto quella svolta in presenza. Lo prevede il D.P.C.M. 23/09/2021.

Per realizzare un ordinato rientro in ufficio dei pubblici dipendenti, le modalità saranno disciplinate da un decreto del Ministro della Pubblica amministrazione accompagnato da apposite linee guida. Inoltre, per evitare di concentrare l’accesso al luogo di lavoro nella stessa fascia oraria o di ingolfare i trasporti pubblici nelle ore di punta, sarà consentita una più ampia flessibilità degli orari di ingresso e di uscita.

Il problema degli organici, soprattutto ATA

Altre cose molto significative: aver confermato l’organico Covid fino al 30 dicembre, ma questo deve assolutamente essere esteso per tutto l’anno scolastico 2021/2022, e l’immissione in ruolo di circa 12mila docenti specializzati sul sostegno anche senza avere il requisito dei tre anni di servizio.

Tuttavia restano ancora scoperti tanti posti dell’organico docenti che saranno affidati a precari in tempi più o meno lunghi.

La situazione diventa più pesante sul versante ATA dove le immissioni in ruolo hanno coperto solo il 40% dei posti disponibili; e poi è ancora insoluto il problema delle circa 600 scuole date in reggenza con Dirigenti scolastici e DSGA che devono dividersi tra due, a volte anche tre scuole.

Perseguire gli obiettivi dell’atto di indirizzo del Ministro e dei protocolli d’intesa siglati è dunque prioritario per uscire definitivamente dall’emergenza e ridare dignità al personale della scuola, disegnare un percorso educativo-didattico virtuoso e al passo con i tempi, per i nostri ragazzi.

Tanti i finanziamenti per le scuole

Sui finanziamenti alla scuola possiamo senz’altro affermare che mai si erano visti tanti soldi, non solo per la scuola, ma anche per gli Enti locali che così stanno procedendo a manutenzioni straordinarie e anche a nuove costruzioni ad hoc ai fini della sicurezza e della destinazione di ambienti adeguati alle attività didattiche.

Il Decreto Sostegni-bis (D.L. 73/2021, poi convertito in Legge 106/2021) presenta due articoli (58 e 59) che trattano misure economiche urgenti per la scuola. Ecco i finanziamenti più significativi:

  • Fondo per l’emergenza epidemiologica da Covid-19 per l’a.s. 2021/2022: 350 milioni per le Istituzioni scolastiche statali e di 60 milioni per le scuole primarie e secondarie paritarie, finalizzato all’acquisto di beni e servizi, ma anche ad altri interventi come, ad esempio, quelli legati all’assistenza degli studenti con disagio psicologico, con disabilità, con disturbo degli apprendimenti.
  • Edilizia scolastica aree interessate eventi sismici: 10 milioni di euro su base annua per il 2020 e il 2021 a favore delle regioni Marche, Abruzzo, Lazio e Umbria per interventi finalizzati alla messa in sicurezza degli edifici scolastici.
  • Comodato d’uso gratuito per favorire la fruizione della didattica digitate integrata (DDI): 20 milioni di euro finalizzati al comodato d’uso della strumentazione tecnologica a favore degli studenti appartenenti a nuclei familiari con reddito ISEE non superiore a 20mila euro annui.

Nell’estate inoltre le scuole hanno potuto impegnare anche i fondi messi a disposizione con il Piano Estate 2021 e per i progetti PON, che si protrarranno fino al termine dell’anno scolastico corrente. Infatti, nel Piano Scuola Estate quasi due terzi delle risorse, circa 320 milioni di euro, provengono dai fondi del PON (avviso 9707/2021) e nell’avviso per la realizzazione di reti locali, cablate e wireless, nelle scuole statali (nota 20480/2021) il finanziamento di 446 milioni di euro proviene dai fondi resi disponibili dal Regolamento (UE) 2020/2021 del Parlamento europeo e del Consiglio del 23/12/2020, finalizzati a promuovere il superamento degli effetti della crisi nel contesto della pandemia di Covid-19 e preparare una ripresa verde, digitale e resiliente dell’economia (REACT-EU).

L’entità di questi fondi crescerà in maniera esponenziale nei prossimi anni. Innanzitutto, oltre un miliardo di euro del piano REACT-EU hanno già incrementato le risorse del PON Scuola 2014-2020. Sono risorse aggiuntive finalizzate alla realizzazione delle seguenti specifiche azioni:

  1. Cablaggio degli edifici scolastici per un importo pari a 446 milioni (vedi sopra);
  2. Digital board: trasformazione digitale della didattica scolastica per un importo pari a 455 milioni;
  3. EDUGREEN Laboratori di sostenibilità per le scuole del primo ciclo per un importo pari a 45 milioni;
  4. Laboratori verdi, sostenibili e innovativi per le scuole del secondo ciclo per le scuole delle regioni del mezzogiorno (in particolare istituti agrari) per un importo pari a € 57 milioni;
  5. Assistenza Tecnica REACT EU pari a quasi 42 milioni (di cui 12 di risorse nazionali).

Poi vi sono le risorse previste dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) e dal Piano Complementare al PNRR.

In arrivo il PON 2021-2027

Infine, il nuovo Programma operativo dedicato alla scuola per il periodo 2021-2027 dovrebbe avere una dotazione di oltre 3,8 miliardi di euro.

Queste risorse avranno un peso sempre più rilevante nella realizzazione delle attività delle singole scuole, che sono chiamate pertanto a formarsi sempre di più sulle tecniche di progettazione e sull’analisi dei bisogni per adeguare il proprio Piano di miglioramento al PTOF.

Sarebbero necessari tuttavia interventi migliorativi legati a questi fondi:

  • I fondi europei dovrebbero avere carattere aggiuntivo e non sostitutivo rispetto alle esigenze ordinarie che sono invece responsabilità del governo nazionale.
  • Le risorse dovrebbero essere utilizzate soprattutto per superare le tante diseguaglianze presenti nel sistema educativo.
  • Andrebbe previsto un meccanismo che, oltre attraverso i bandi, assegnasse parte delle risorse a situazioni con grande bisogno reale e documentato.
  • Le scuole più in difficoltà per utenza, contesto sociale, infrastrutture dovrebbero essere supportate con interventi ad hoc.
  • Va sicuramente prevista una gestione semplificata e trasparente dei progetti, rispettosa dei tempi di programmazione delle scuole.

Sistema integrato 0-6 anni

È stata stipulata inoltre l’Intesa sui riparti delle risorse per il Sistema integrato 0-6 anni. L’Intesa fa riferimento al Piano di azione pluriennale per il Sistema integrato 0-6 anni approvato lo scorso 8 luglio in Conferenza Unificata.

Con le risorse del Fondo nazionale possono essere finanziati interventi di edilizia su edifici pubblici che ospitano servizi educativi o scuole dell’infanzia, spese di gestione, anche al fine di ridurre le rette a carico delle famiglie, formazione in servizio per il personale e il funzionamento dei coordinamenti pedagogici territoriali.

Rinnovo delle RSU

In questo anno scolastico le scuole e il personale della scuola dovranno affrontare altri appuntamenti molto importanti connessi all’innovazione e alla vita della comunità educante: il rinnovo della Rappresentanza Sindacale Unitaria (RSU), le cui elezioni sono state rinviate a causa del Covid fino al 15 aprile 2022,, e l’avvio della Contrattazione Collettiva Nazionale per il rinnovo del Contratto Scuola ormai scaduto da tre anni.

La RSU è un organismo presente in ogni Istituzione scolastica che rimane in carica per tre anni e i membri sono eletti in liste sindacali sulla base dei voti conseguiti.

I componenti RSU, tuttavia, non sono funzionari del sindacato, ma lavoratori/trici che svolgono un preciso ruolo di rappresentanza di tutto il personale nella contrattazione di istituto, ne controllano l’applicazione, condividendo con i colleghi proposte, azioni, obiettivi.

L’impegno a rinnovare il CCNL

Lo scorso 10 marzo 2021 da parte di Governo e sindacati si è pervenuti alla sottoscrizione del “Patto sul lavoro pubblico”. Con questo accordo il Governo si è impegnato a rinnovare tutti i contratti dei settori pubblici, prevedendo anche il reperimento di ulteriori risorse con il varo della prossima legge di bilancio per il 2022. Inoltre, a ciò si aggiunge il “Patto per la scuola” di cui abbiamo detto prima. Tra gli impegni c’è anche quello di rinnovare il contratto nazionale di lavoro prevedendo «efficaci politiche salariali per la valorizzazione del personale dirigente, docente e ATA», nonché «in un’ottica pluriennale, forme di valorizzazione di tutto il personale della scuola».

Il tema determinante del Contratto dell’innalzamento dei livelli retributivi di tutto il personale della scuola, docente educativo e ATA, deve consentire un progressivo adeguamento alla media retributiva dei colleghi europei oltre a un trattamento economico più omogeneo anche con i lavoratori pubblici italiani.

Altro tema imprescindibile è quello della formazione, soprattutto della formazione in servizio, quale condizione fondamentale per aggiornare e sviluppare la professionalità sia del personale docente che del personale ATA.

Formazione in servizio

Nell’ambito della formazione in servizio, dando seguito alla Legge di bilancio 2021 che ha stanziato 10 milioni di euro per la formazione sull’inclusione destinata ai docenti senza titolo di specializzazione impegnati nelle classi frequentate da alunni con disabilità, il Ministero dell’Istruzione ha emanato le indicazioni operative (vedi la rubrica “Abilitando” in questo stesso numero). Si tratta di unità formative obbligatorie per un totale di 25 ore, di cui 17 in presenza e/o a distanza e 8 di approfondimenti (sperimentazione didattica documentata e ricerca/azione, lavoro in rete, approfondimento personale e collegiale, documentazione e forme di restituzione/rendicontazione, progettazione) da programmare nel 2021 e da effettuare senza esonero dal servizio. Le risorse, ripartite regionalmente sulla base del numero dei docenti potenzialmente destinatari del provvedimento, saranno assegnate alle scuole polo per la formazione.

Conclusioni

Come si è cercato di sintetizzare nel presente lavoro, anche quest’anno sarà denso di impegni e di speranze per la scuola, che però ha fatto sicuramente un passo in avanti rispetto ai mesi passati.

Tutti gli alunni sono in presenza e si sta cercando rapidamente di coprire le mancanze di organico con personale a tempo determinato. Sono state ridotte le classi numerose, anche se sono ancora purtroppo molte.

Gli obiettivi fissati dalle norme e dai patti riportati saranno la grande sfida della ripartenza e il grande impegno di tutti nel guardare al futuro con fiducia, costanza e tanto impegno.

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