Sinergie di Scuola

È in corso il periodo che da sempre le Istituzioni Scolastiche – attraverso i propri responsabili e operatori – attendono con ansia predisponendo una variegata gamma di iniziative.

Non mi riferisco alle festività natalizie (peraltro appena trascorse), che impegnano le scuole nella realizzazione di attività più o meno condivise e/o in linea con il pensiero dominante nell’opinione pubblica (es. l’allestimento del presepe): in questo contesto, basandomi sulla mia esperienza personale legata alla Dirigenza di Istituti Comprensivi, analizzo invece alcune tematiche collegate con le iscrizioni per il nuovo anno scolastico.

Per rendere appetibile la proposta alla potenziale utenza gli operatori scolastici organizzano incontri e predispongono materiali che, nelle intenzioni, dovrebbero fornire alle famiglie dei nuovi alunni informazioni e motivazioni alla scelta della sede scolastica per i propri figli.

Capita tuttavia che un genitore, nel momento in cui intraprende (soprattutto per la prima volta) il suo “viaggio” alla ricerca della scuola ideale per il proprio figlio, si imbatta in una serie di difficoltà e si ponga una serie di quesiti che non sempre trovano esauriente risposta nelle attività promosse dalla scuola in relazione alle iscrizioni.

Le difficoltà con la modalità on-line

In primo luogo, dobbiamo considerare che, per la maggioranza degli utenti, non è affatto scontata la possibilità di affrontare senza problemi la procedura on-line, realizzata in applicazione della Legge 7/08/2012, n. 135 per le iscrizioni alle classi prime delle istituzioni scolastiche statali di ogni ordine e grado, escluse le scuole dell’infanzia.

Si rammenta che, sin dai suoi esordi (anno scolastico 2012/2013), tale modalità si è rivelata tutt’altro che semplice: per cominciare, al tempo, nel primo giorno di apertura si verificò un blocco del sito che non era in grado di supportare il numero delle utenze.

La procedura in carico alle famiglie di accesso al portale “Iscrizioni Online” per ottenere le credenziali, la successiva compilazione e l’invio della domanda d’iscrizione alla scuola prescelta risultano ancora fonte di difficoltà non solo per coloro che non hanno a disposizione i mezzi (pc, connessione) ma anche per quanti si accingono ad utilizzare gli strumenti.

Com’è emerso nel corso del DIGITAL SUMMIT 2017, quasi un terzo della popolazione si sente svantaggiato a causa delle difficoltà che ha nell’uso delle tecnologie digitali. In quel contesto è stata rilevata, in particolare, la scarsa diffusione delle credenziali SPID (Sistema Pubblico di Identità Digitale) che, nella fattispecie, consente di evitare la registrazione sul portale sopra indicato: nel 2017 lo SPID era conosciuto soltanto dal 34% degli italiani.

Appare evidente, quindi, lo sforzo che le Istituzioni scolastiche debbono sostenere in questa prima delicata fase in considerazione delle suddette problematiche.

Infatti le scuole – come esplicitamente indicato nella nota del MIUR prot. n. 2427 del 7/12/2018 – devono prevedere un serio servizio di assistenza alle famiglie, sia durante la registrazione al portale sia nella presentazione delle domande on-line, assistenza che deve comprendere la possibilità di inserimento delle stesse domande per conto delle famiglie utilizzando l’accesso SIDI predisposto.

È compito, inoltre, della scuola restituire alla famiglia entro il 31 gennaio 2019 (termine di presentazione) la domanda eventualmente compilata in modo non corretto utilizzando l’apposita funzione SIDI.

Il portale Scuola in Chiaro

Una volta affrontato il primo impatto con la procedura on-line (“rassicurato”, se necessario, dal possibile supporto) il genitore, per proseguire utilmente il suo viaggio nel mondo delle iscrizioni scolastiche, ha bisogno di acquisire altre informazioni. Superata l’iniziale difficoltà e se in possesso di requisiti per la navigazione autonoma, egli potrà consultare il portale “Scuola in Chiaro”.

Lo scopo di tale servizio – come si legge testualmente accedendo alla pagina di presentazione – è quello di offrire «il prospetto delle informazioni relative a tutte le scuole italiane, di ogni ordine e grado. A partire da una pagina di ricerca e utilizzando tre distinti criteri, è possibile localizzare le scuole, visualizzare i contenuti delle singole schede informative ed effettuare un confronto sulla base di alcuni parametri».

Digitando, quindi, il nome dell’Istituto utilizzando il tasto “Ricerca rapida” il nostro genitore, prima di partecipare alle riunioni di presentazione, può prendere visione dei documenti caratterizzanti l’Istituzione scolastica e la descrizione dei singoli plessi, ricavando da tale fonte molti dati importanti. Egli potrà, inoltre, operare un confronto tra Istituzioni Scolastiche sulla base dell’offerta formativa proposta.

Qui potremmo aprire una parentesi ad uso esclusivo degli operatori scolastici per riflettere sul significato di “mettere in vetrina” le scuole.

Si concorda, infatti, con Gianna Barbieri che, nel suo contributo “Scuola in Chiaro: oltre il dato sulla scuola. Uno strumento a sostegno del processo di autovalutazione delle scuole” (su Statistica & Società – Anno 2, n. 2), sottolineando che tale operazione risponde ad una precisa finalità, così afferma: «L’esigenza di trasparenza sul servizio offerto attraverso le scuole su tutto il territorio nazionale ha spinto [...] il Ministero verso un’attività di organizzazione sistematica di tutte le informazioni per fornire una visione completa ed accurata del sistema scolastico».

Resta, tuttavia, un dubbio sul reale valore di un ulteriore scopo: quello, cioè di incentivare (sempre citando la Barbieri) «[...] la spinta verso forme di competitività tra scuole dello stesso tipo, presenti in un determinato contesto territoriale, non ultimo per attrarre quanta più utenza possibile e quanto meno per mantenere quella già presente».

Non è possibile approfondire in questa sede la riflessione sul valore della “pubblicità” in rapporto all’azione educativa. Resta, tuttavia, evidente che alcune questioni ritenute importanti dagli utenti spesso non vengono completamente chiarite dalla navigazione sul portale, che descrive invece molti aspetti inerenti la progettualità dell’Istituto.

Tali aspetti, privilegiati da parte di docenti e Dirigenti, descritti sul modello d’iscrizione (anche nelle note cosiddette “aggiuntive”) e nel corso dei vari incontri di presentazione, per molti genitori rivestono ancora un interesse secondario: una volta appreso il numero delle classi, il numero degli alunni per classe, l’orario di funzionamento, gli eventuali servizi (es. di pre o post-accoglimento) ecc., il genitore che desidera iscrivere il proprio figlio alla scuola X vuole innanzitutto conoscere le probabilità di accoglienza della propria domanda in quello specifico plesso.

Il discorso vale anche nel caso delle iscrizioni alle scuole dell’infanzia, per le quali viene utilizzato il modello cartaceo.

Qualora, poi, durante gli incontri di presentazione molte altre famiglie manifestino un forte interesse per quella specifica scuola, il nostro genitore si chiederà quali siano, al limite, le possibilità di aumentare il numero delle classi in presenza di un forte numero di preferenze.

Per esperienza personale ritengo sia importante, in questo caso, fare subito chiarezza per evitare di ritrovarsi con una situazione di difficile gestione dopo la scadenza dei termini fissati dal MIUR per la conclusione delle operazioni.

Alcune operazioni preliminari

Precisiamo allora i termini della questione partendo dalle operazioni preliminari alle iscrizioni che dovranno essere, sia pur sommariamente, spiegate alle famiglie.

Il Dirigente scolastico, come da indicazioni ministeriali, deve avere preventivamente individuato il numero massimo di iscrizioni che potranno essere accolte, in ragione delle risorse di organico nonché del numero e della capienza delle aule disponibili.

Tale definizione, a norma di legge, deve tener conto anche del piano di utilizzo degli edifici predisposto dagli Enti locali competenti, ai quali, però, non è ovviamente attribuita alcuna competenza in tema di incremento dell’organico del personale statale della scuola.

Il Piano, con riferimento alle Regioni, fornisce indicazioni prevalentemente riguardanti criteri generali quali, ad esempio, il dimensionamento delle istituzioni scolastiche, le soglie di minimo per i punti di erogazione del servizio ecc.

La redazione da parte dei Comuni e delle Province dei piani di utilizzo degli edifici e di uso delle attrezzature costituisce, invece, principalmente uno strumento per la programmazione degli interventi di edilizia scolastica sulle scuole del territorio, elaborato a volte anche in un periodo diverso da quello riservato alle iscrizioni, ovvero basato sui dati comunicati dai Dirigenti scolastici relativi al numero degli iscritti e alle classi già formate.

Pertanto, pur se nella C.M. n. 18902 del 7/11/2018 si dichiara che «Un’aperta ed efficace collaborazione tra le scuole e gli Enti locali consente di individuare in anticipo le condizioni per l’accoglimento delle domande, pur con le variazioni che di anno in anno si rendono necessarie», alla luce dell’analisi sin qui compiuta appare significativa la responsabilità del DS (cui spetta l’organizzazione e la gestione degli spazi scolastici) nel definire il limite massimo dei posti complessivamente disponibili nella singola Istituzione Scolastica.

Nella nota MIUR prot. n. 2427 del 7/12/2018 (sempre relativa alle iscrizioni per l’a.s. 2019/2020) si afferma addirittura che «le scuole statali possono in modo autonomo escludere dal procedimento delle Iscrizioni on line i codici meccanografici di quei plessi sui quali non si intendono raccogliere iscrizioni».

Il DS, quindi, deve arrivare al momento delle iscrizioni con un progetto di scuola (o meglio di scuole) basato su dati oggettivi e su indicazioni normative.

La programmazione

La programmazione del DS può, tuttavia, non coincidere con le scelte delle famiglie dei futuri iscritti, scelte che potrebbero addirittura portare ad un ribaltamento della situazione, con l’eventuale mancata formazione di una classe in un plesso per scarsità di preferenze e l’eccesso di richieste per una sede per la quale era ipotizzato un numero inferiore di opzioni.

Ogni genitore, infatti, valuta sempre come prioritarie le proprie esigenze, anche se il Dirigente cerca di riequilibrare le iscrizioni tra le scuole indirizzando l’utenza a considerare che il principio di libertà di scelta delle famiglie non può condizionare l’utilizzo ottimale delle strutture e degli organici, tendente ad evitare sovraffollamenti che impedirebbero di garantire condizioni didattiche ottimali e favorevoli per tutti.

I criteri di precedenza

In questo contesto il nostro genitore si chiederà inoltre se, dal momento che attraverso il servizio “Iscrizioni Online” si può presentare un’unica domanda di iscrizione, sia conveniente esercitare un’opzione sapendo che sarà condivisa da più persone rispetto alle possibilità di accoglienza della sua istanza.

È opportuno che qualcuno gli rammenti che è suo diritto e responsabilità personale effettuare una scelta e gli ricordi l’iter seguito in caso di numero eccedente di richieste in favore di uno dei plessi: la formazione di liste d’attesa con l’applicazione di criteri di precedenza preliminarmente deliberati da parte del Consiglio d’Istituto e ispirati al principio di ragionevolezza.

Detto tra noi, il principio di ragionevolezza enunciato in linea generale risulta indistinto e soggettivo, potendo avere connotazioni di tipo giuridico, politico, filosofico ecc.; tuttavia, gli esempi concreti e le indicazioni fornite dai documenti ministeriali riescono a collocare l’operazione in questione in una dimensione sufficientemente definita.

I criteri, in altre parole, finiscono per essere, in quasi tutte le scuole, quelli relativi alla presenza di un unico genitore o di genitori che lavorano entrambi, di fratelli o sorelle che frequentano lo stesso plesso/comprensorio, di vicinanza alla scuola del domicilio o del luogo di lavoro dei genitori.

Il responsabile dell’Istituzione scolastica deve assicurarsi che il genitore sia stato messo nelle condizioni di conoscere nel dettaglio i suddetti criteri, che debbono essere pubblicati, prima dell’acquisizione delle iscrizioni, tramite affissione all’albo, pubblicazione sul sito web della scuola e in un’apposita sezione del modulo di iscrizione personalizzato.

Quanto all’applicazione dei criteri di accoglimento della domanda d’iscrizione, può essere opportuno ribadire al genitore che i dati comunicati per certificare il possesso di uno o più requisiti assumono il valore di dichiarazioni sostitutive rese ai sensi dell’art. 3 della Legge 15/05/1997, n. 127.

La compilazione del modulo di domanda d’iscrizione avviene ai sensi del D.P.R. 28/12/2000, n. 445, recante “Testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia di documentazione amministrativa”.

Le disposizioni di cui agli artt. 75 e 76 del D.P.R. 445/2000, oltre a comportare la decadenza dai benefici, prevedono conseguenze di carattere amministrativo e penale per chi rilasci dichiarazioni non corrispondenti a verità.

Le opzioni nella domanda di iscrizione

Dopo aver ricevuto un’adeguata informazione in merito all’iter di accoglienza o meno dell’iscrizione presso una sede, può darsi che il genitore insista ancora sulla necessità – da parte del responsabile dell’Istituzione scolastica – di adoperarsi per ottenere una classe in più al fine di soddisfare tutte le richieste.

In questo frangente è bene che il Dirigente non dimostri eccessiva disponibilità a variare la programmazione, ma solleciti, piuttosto, l’utente ad indicare anche una seconda o terza scuola cui indirizzare la domanda nel caso in cui l’istituzione di prima scelta non avesse disponibilità di posti.

Ulteriori questioni di interesse per i genitori

Oltre alle argomentazioni sin qui esposte, potrebbero essere rintracciati molteplici altri fattori personali di interesse del genitore del nuovo iscritto.

Dobbiamo, peraltro, limitarci ad esaminare ancora solo alcune questioni che possono coinvolgere un numero abbastanza ampio di utenti.

Tra le questioni suddette, posso indicare quella relativa agli adempimenti vaccinali, nonché agli anticipi di frequenza per la scuola dell’infanzia e primaria e, infine, quella riguardante l’insegnamento della seconda lingua comunitaria nella scuola secondaria di I grado.

Le vaccinazioni

Per quanto concerne l’argomento delle vaccinazioni, sarà necessario chiarire brevemente ai genitori le misure di semplificazione previste dall’art. 3-bis del Decreto Legge 7/06/2017, n. 73, convertito con modificazioni dalla Legge 31/07/2017, n. 119, recante “Disposizioni urgenti in materia di prevenzione vaccinale, di malattie infettive e di controversie relative alla somministrazione di farmaci” citate nella C.M. prot. 18902 del 7/11/2018.

L’Art. 3-bis introduce dette misure di semplificazione degli adempimenti vaccinali per l’iscrizione scolastica a decorrere dall’anno 2019 (e precisamente dall’anno scolastico 2019/2020).

La norma prevede che i Dirigenti scolastici comunichino entro il 10 marzo alle ASL di competenza territoriale l’elenco degli iscritti che le stesse Aziende provvederanno a restituire, entro il 10 giugno, dopo averli completati con l’indicazione dei soggetti che risultano non in regola con gli obblighi vaccinali, che non ricadono nelle condizioni di esonero, omissione o differimento delle vaccinazioni e che non abbiano presentato formale richiesta di vaccinazione.

Nei dieci giorni successivi all’acquisizione di tali elenchi i Dirigenti scolastici dovranno invitare i responsabili dell’obbligo scolastico a mettersi in regola entro il 10 luglio, effettuando le vaccinazioni o quantomeno richiedendo formalmente di effettuarle; l’alternativa rimane comunque un certificato di esonero, omissione o differimento rilasciati dall’azienda sanitaria stessa.

Gli anticipi

È noto che possono essere iscritti alla scuola dell’infanzia bambini che compiono il terzo anno di età entro il 30 aprile 2020, nel rispetto tuttavia delle condizioni previste dal D.P.R. 89/2009, art. 2, comma 2.

Ciò significa che il Collegio Docenti di scuola dell’infanzia, previa valutazione pedagogica e didattica e dopo aver accertato la disponibilità di locali e dotazioni idonee sotto il profilo dell’agibilità e della funzionalità, tali da rispondere alle diverse esigenze dei bambini di età inferiore a tre anni, deve aver preventivamente deliberato, i tempi e le modalità dell’accoglienza.

Spesso (come ho potuto personalmente constatare) si addiviene ad una decisione collegiale limitativa del principio generale, riducendo la possibilità di anticipo ai soli minori che compiono i tre anni di età entro il mese di gennaio.

Ciò premesso, si può osservare che il numero di anticipatari (o aspiranti tali) nelle scuole dell’infanzia risulta essere in progressivo aumento nel corso degli ultimi anni.

Tale fenomeno va interpretato sia alla luce delle sempre maggiori esigenze di carattere familiare (impegni di lavoro dei genitori, oneri per la frequenza dei nidi ecc.), sia allo sviluppo sempre più precoce dei minori. È innegabile, tuttavia, che in molte realtà non sussistano le condizioni per garantire quella particolare attenzione e cura ai fini di un efficace inserimento di bambini di età inferiore ai tre anni.

In ogni caso, la precedenza – in caso di eccedenze – va comunque a coloro che compiono i tre anni entro il 31 dicembre.

Anche per le scuole dell’infanzia vengono inoltre applicati gli ulteriori criteri di preferenza definiti dal Consiglio di istituto.

Al genitore, infine, è abitualmente consentito di esprimere più preferenze (in ordine di priorità).

È necessario vigilare, tuttavia, affinché tale opportunità non contribuisca ad alimentare il fenomeno delle doppie (o plurime) iscrizioni, che apporta come conseguenza una situazione di confusione nell’organizzazione generale delle scuole dell’infanzia.

Laddove, poi, coesistano sul territorio istituzioni statali accanto a quelle gestite da Enti Locali o da privati, appare utile stabilire dei protocolli d’intesa per comunicare i dati al fine di annullare le opzioni plurime.

Del resto, è la più volte citata C.M. prot. 18902 del 7/11/2018 ad affermare che «Devono essere attivate, da parte degli ambiti territoriali degli Uffici Scolastici Regionali, d’intesa con le Amministrazioni comunali interessate, le opportune misure di coordinamento tra le scuole statali e le scuole paritarie che gestiscono il servizio sul territorio, per equilibrare il più possibile il rapporto domanda-offerta».

Mentre nel caso delle scuole dell’infanzia la domanda viene ovviamente prodotta basandosi esclusivamente su valutazioni effettuate dal genitore, l’iscrizione dei bambini che compiono sei anni di età tra il 1° gennaio e il 30 aprile dovrebbe tener conto delle indicazioni e degli orientamenti forniti dai docenti delle scuole dell’infanzia frequentate.

Ciò, a volte, non avviene in quanto alcuni genitori ritengono di poter/dover assumere autonomamente la decisione: in questi casi, qualora il corpo docente insista per fornire il proprio parere, spesso di quest’ultimo non viene tenuto conto (quando non si giunga, addirittura, ad un vero e proprio conflitto).

Per evitare queste situazioni, nell’arco del triennio nella scuola dell’infanzia dovrebbero essere realizzate iniziative finalizzate a creare un sano dialogo pedagogico tra docenti e famiglie che costituisca la base delle decisioni da adottare nell’interesse di minori.

L’insegnamento della seconda lingua comunitaria nella scuola secondaria di I grado

La maggioranza dei genitori che debbono iscrivere il proprio figlio in “prima media” ha ben chiara la scelta di tale lingua. Si ripropongono, quindi, problemi analoghi a quelli descritti in caso di ipotesi di eccesso di domande per una sede in rapporto ad un’altra.

Anche in questo caso, il Dirigente scolastico deve arrivare con una proposta ben chiara e definitiva, ricordando che l’istituzione di cattedre di seconda lingua comunitaria deve tenere conto della presenza o meno di docenti con contratto a tempo indeterminato.

Eventuali trasformazioni delle cattedre per diversa lingua straniera sono quindi possibili solo in assenza di titolare a tempo indeterminato nella scuola e solo in assenza di esubero provinciale sulla seconda lingua già in atto.

Per poter risolvere le difficoltà in caso di squilibri al termine delle iscrizioni è necessario, come per le situazioni precedenti di esubero, che il Consiglio d’Istituto abbia deliberato i criteri di assegnazione agli alunni di uno o l’altro insegnamento.

La formazione delle nuove classi

Teniamo presente, in conclusione, che la gestione di tutto il complesso iter relativo alla formazione delle nuove classi (comprese le spinose questioni delle “scelte” dei compagni e dei docenti, che non è qui il caso di analizzare) costituisce uno dei compiti più impegnativi dei Dirigenti scolastici, ai quali auguro di trovare la necessaria serenità per affrontare in modo ottimale questa delicatissima fase.

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